Sull'argomento si è pronunciato anche Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina. ““La proposta in discussione in Commissione Trasporti – ha detto - mira esclusivamente a una semplificazione delle procedure amministrative per le navi da diporto per attrarre in Italia il grande business delle navi da noleggio, professionale che oggi scelgono la Francia o altri paesi nostri concorrenti. La navigazione di queste unità è estremamente penalizzata rispetto a quanto avviene all’estero e per tale ragione l'Italia perde milioni di euro di indotto. Si pensi che ciascuna di queste barche genera un giro di affari pari al 10 per cento del suo valore di acquisto e che sono migliaia i posti di lavoro qualificati. Non a caso la Francia ha fatto da anni del noleggio un'importante voce di introito economico ed estende a questo settore i benefici fiscali previsti per il turismo. Oggi è seguita da Croazia, Turchia, persino Montenegro. Non parliamo dunque di paradisi fiscali." Sempre secondo Ucina, il nuovo assetto normativo avrebbe grande impatto in termini di indotto economico e occupazionale sul territorio, facilitando la permanenza, la sosta e il rimessaggio delle navi da diporto nei nostri porti e cantieri. “In Italia – ha proseguito Albertoni - siamo leader assoluti nel mondo producendo il 51 per cento di unità da diporto superiori ai 24 metri e proprio da questo segmento dipende il 70 per cento del fatturato del comparto che impiega 120.000 addetti”.
Intanto, si è acceso lo scontro tra maggioranza e opposizione. In attesa che il provvedimento sia discusso a Montecitorio e definito nei dettagli, Silvia Velo, vicepresidente Pd in commissione Trasporti alla Camera, ha presentato un emendamento per la soppressione di questa regola. "E' una norma – ha dichiarato Silvia Velo – tesa a semplificare la vita ai proprietari di mega yacht, che potrebbe vanificare le indagini che hanno portato al sequestro di alcune navi da sogno, tra cui quella riconducibile a Flavio Briatore. La misura consente ai megayacht di proprietà di società di comodo, destinate al noleggio per finalità turistiche con sede nei paradisi fiscali, di rientrare in Italia beneficiando di agevolazioni normative, fiscali e previdenziali”. La replica del Governo è arrivata attraverso Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione Amministrativa. “La proposta – ha dichiarato – non è e non può essere una sanatoria per vicende fiscali, né può essere messa in relazione con recenti casi di cronaca. La norma prescinde e non modifica gli aspetti fiscali, le caratteristiche tecniche delle navi e il regolamento di sicurezza, ma mira esclusivamente a una semplificazione delle procedure amministrative applicabili alle barche utilizzate per il noleggio con finalità turistiche”.
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