Qualche mese fa è stato annunciato l’arrivo del nuovo natante del cantiere Dufour, il Dufour 32. La barca a vela sarebbe stata presentata al salone nautico di Düsseldorf, il quale, però, a causa dell’incremento dei casi di Covid in Germania, è stato cancellato.
Il cantiere ha così pubblicato le fotografie della sua nuova barca a vela sul suo sito e noi le abbiamo usate per fare un’analisi che ci ha portato a ipotizzare che il Dufour 32 potrebbe essere il primo flop del cantiere da molti anni a questa parte.
I diretti concorrenti della Dufour, Beneteau e Jeanneu sono dei giganti che producono diverse migliaia di barche ogni anno, mentre la Dufour è relativamente piccola e non arriva a costruire 500 barche l’anno, eppure, nonostante la disparità di forze, la Dufour ha vinto molte battaglie nella guerra per la conquista del mercato nautico soprattutto in Italia, Francia e altri paesi europei.
Nel periodo 2008 – 2012, quando imperversava una delle più gravi crisi economiche dell’ultimo secolo, la Dufour è stato l’unico cantiere a continuare a fare numeri. Mentre un colosso come Beneteau registrava perdite fortissime in termini di unità vendute, il cantiere della Rochelle teneva bene il mercato e sorprendeva il mondo nautico con performance che nessuno si aspettava in quella situazione.
Questo grazie soprattutto ai progetti dello studio Felci che continuavano a proporre elementi innovativi come per esempio la cucina a poppa nel pozzetto che poi è stata copiata da tutti gli altri cantieri industriali, incluse le barche delle gamma Oceanis della Beneteau.
E’ quindi quasi fisiologico che dopo una così lunga catena di successi si dovesse arrivare, prima o poi, a un modello che suscita qualche perplessità e questo è quanto successo con il nuovo Dufour.
Il Dufour 32, presentato come la novità del 2022, in realtà è una rivisitazione e un impoverimento del modello precedente, il Dufour 310. Dufour non è il primo cantiere che ripropone uno scafo vecchio con un nome diverso, spesso i cantieri per lanciare nuovi modelli senza grandi investimenti, usano le carene del modello precedente con una tuga appena rivista.
Una nuova generazione di barche implica uno scafo disegnato e realizzato appositamente per quel modello. Uno scafo che risponda ad un’innovazione progettuale decisa e ben visibile che caratterizzi tutti gli scafi di quella generazione.Una nuova generazione di barche implica uno scafo disegnato e realizzato appositamente per quel modello.
Negli ultimi tre anni la Dufour ha lanciato una nuova generazione di barche distinguibile per un ginocchio molto pronunciato sullo scafo, ginocchio che, partendo da poppa, si spinge sino alla zona prodiera e serve ad aumentare i volumi interni soprattutto nella cabina di prua.
Tutti i modelli usciti ultimamente appartengono alla nuova generazione tranne il Dufour 32 che, invece, essendo il vecchio 310, appartiene alla generazione precedente.
Il fatto che la barca non sia una novità potrebbe anche essere accettato dal mercato se come contropartita ci fosse un prezzo interessante che in questo caso non sembrerebbe esserci.
Il Dufour 32 sembra infatti che costerà molto di più del Dufour 310, cosa difficile da comprendere, ma ancora più difficile è accettare l’impoverimento della barca.
Lo specchio di poppa del Dufour 32
Sul Dufour 32 scompare la piattaforma di poppa sostituita da una tavola gonfiabile legata con 4 cavi. Tavola che di bolina, come si vede in una fotografia di questa notizia, struscia sull’acqua. La stessa cosa, pensiamo, avvenga nelle andature portanti.
Lo strusciamento sull’acqua, oltre a provocare un rallentamento della barca, genera, con tutta probabilità, delle vibrazioni e uno sfregamento tra specchio di poppa e tavola.
Lo sfregamento e le vibrazioni perduranti nel tempo potrebbero danneggiare sia lo specchio di poppa sia la tavola che, nel caso, avrebbe vita breve. In questo caso il cantiere, probabilmente, non ha avuto un risparmio, ma ha solo voluto introdurre un elemento innovativo, che però, a nostro parere, non funzionerà.
Doppie ruote del timone
Anche la scelta di sostituire le doppie ruote del timone che aveva il Dufour 310 con la barra, sembra discutibile. La barra è una presa diretta al contrario delle ruote che sono demoltiplicate. Per questo, pur essendo più sensibile, è scomoda da usare, faticosa, e, in fase di manovra di ormeggio, può rivelarsi pericolosa.
Quello della barra è un sistema sicuramente molto più economico delle doppie ruote, ma che proprio a causa dei problemi che presenta i grandi cantieri non usano più da molto tempo e nei rari casi in cui lo propongono, offrono le ruote come optional, nel Dufour 32 queste non sono previste. Inoltre, nel Dufour 310, proprio perché c’erano le due ruote, il pozzetto era sgombro ed era stato possibile fare un gavone al suo centro sulla linea del coronamento per accogliere la zattera autogonfiabile, cosa che nel Dufour 32 non è presente.
Due soli winch in coperta
Anche l’aver optato per un’attrezzatura di coperta a due soli winch senza la possibilità di montarne altri come optional, lo troviamo particolare e discutibile. L’esperimento fu già fatto dalla Beneteau su alcuni Oceanis piccoli sul finire degli anni 90, inizio nuovo millennio, e si rilevò un flop perché gestire una barca a vela con due soli winch rimane molto scomodo e faticoso. Si pensi solo alla scotta del gennaker che arriva al bozzello di poppa per raggiungere il winch di tuga e, per farlo, deve tagliare il pozzetto in due limitando molto le possibilità di movimento e creando, quindi, una situazione di pericolo.
Gli interni della barca
L’azione di impoverimento della barca si è estesa anche all’interno dove sono scomparsi i due stipetti di fianco alla cucina e i due sul lato opposto, luoghi di stivaggio fondamentali per la comodità a bordo. La stessa cosa l’ha fatto la Beneteau sull’Oceanis 30.1, rendendo molto difficile stivare il necessario per vivere in barca.
Inoltre se la tappezzeria dei divani del Dufour 310 è molto ben rifinita e i cuscini presentano due cuciture longitudinali sugli schienali e una sulla seduta che aiuta anche a evitare lo scivolamento in avanti di chi è seduto, nel Dufour 32 tutto ciò è scomparso e i cuscini sono molto poveri di rifiniture.
Di particolari che non convincono ce ne sono altri. Noi speriamo che il Dufour 32 sia solo un incidente di percorso di questo splendido cantiere e non indichi un cambio di strategia commerciale.
Come sempre SVN solovelanet continuerà a studiare e monitorare questo cantiere come gli altri con l’obiettività che da sempre distingue il nostro giornale.
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