Alejandro è partito dalla constatazione che una delle cose più pericolose per i cetacei sono le reti da pesca alla deriva. Reti che sono state perse o abbandonate dai pescatori.
Centinaia di grandi cetacei, balene, delfini, orche, capodogli, ogni anno muoiono avviluppati nelle lunghe reti che vanno alla deriva nel mare. Questa consapevolezza ha fatto si che lo studente si chiedesse come evitare tale scempio e trovasse la risposta facendo al contempo un favore ai cetacei e ai pescatori.
Per i primi, Alejandro Plasencia ha studiato un’addittivo da aggiungere alle mescole dei materiali sintetici che andranno a costituire i fili delle reti. L’additivo farà si che la rete, ovvero il materiale con cui queste sono fatte, si autodistrugga dopo quattro anni dalla creazione del materiale.
La seconda idea è stata quella di dotare le reti di piccoli sensori che ne permettono la rintracciabilità. Questi sono stati chiamati remore dalla loro forma e funzione che li fa assomigliare al pesce pulitore che si attaccata a pesci più grandi.
Rintracciare una rete da pesca è importante sia per le organizzazioni che cercano di ripulire il mare, sia per i pescatori che a volte perdono le reti a causa di burrasche o del passaggio di qualche nave. Con il sistema Plasencia e le sue remore si potrà rintracciare la rete mediante un semplice iPhone.
La nuova tecnologia è stata premiata anche al concorso James Dyson Award, un premio internazionale per idee innovative, molto conosciuto.
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