Nel 2015, nell’ambito di una legge che doveva favorire lo spostamento dell’economia verso un modo di consumare più ecologico, si era stabilito che lo Stato avrebbe dirottato parte dei fondi ricavati dalla tassa di stazionamento delle barche, che qui è ancora attiva su tutte le imbarcazioni, per finanziare lo smaltimento delle vecchie imbarcazioni in vetroresina (la Francia è uno dei pochissimi paesi ad essersi dotata di una rete di centri di smaltimento di scafi in vetroresina che fanno capo a un’organizzazione dedicata allo smaltimento delle vecchie barche che si chiama APER).
In conseguenza a questo ripensamento nel 2020 si demoliranno circa 700 imbarcazioni in meno di quanto stabilito.
La FIN (confindustria nautica francese) è sul piede di battaglia perché oltre a questo ripensamento sullo stanziamento a favore dello smaltimento delle vecchie imbarcazioni, il governo sembra voler rallentare anche su altri finanziamenti a favore della nautica che qui, proprio grazie alla lungimiranza dello Stato, è diventata un settore dell’economia importante e leader a livello mondiale.
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