Le esplosioni di probabile natura dolosa registrate in Nord Europa, a largo della Danimarca in prossimità dei gasdotti Nord Stream, sono la notizia principale che occupa in queste ore le pagine dei media mainstream e dei telegiornali.
Lo scenario appare quanto mai grave, con un danno ambientale importante dovuto alla fuoriuscita di metano: si stima che ciò causerà in Danimarca fino a 14 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, circa il 32% di quelle che produce il paese annualmente. Una notizia che deve interessare anche i naviganti, dato che sono stati emessi dal governo danese degli specifici divieti.
Il Ministero della Difesa danese ha interdetto la navigazione nell’arco di 5 miglia intorno alle perdite di gas (con coordinate 54°52.60'N – 015°24.60’E ; 55°33.40’N – 015°47.30’E; 55°32.10'N – 015°41.90’E), che si notano chiaramente con un surreale movimento di bolle in superficie come documentato dal video in apertura postato sullo stesso sito web del Ministero.
Gli esperti del Governo danese parlano di un pericolo per la navigazione, con la possibilità che le barche che transitino in zona possano essere trascinate nei vortici di bolle causate dalle perdite di gas.
Il gasdotto in questione non era ancora pienamente operativo, ma nelle sue condutture correva già comunque il metano.
Inutile dire che la vicenda ha intricate implicazioni sulla geopolitica internazionale, dato che non è chiaro se ci sia stato un sabotaggio del gasdotto e ad opera di chi, con uno scambio di accuse incrociato tra istituzioni russe ed ucraine.
Una situazione tesa, che lascia presagire un inverno difficile a livello energetico per l’Europa.
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