Ora che c’è lo sponsor, Mura ricomincia a sognare le regate serie, quelle vere, quelle dove ci si scontra con i migliori marinai del globo. Il suo primo obiettivo è la Route du Rhum di quest’anno, la regata che lo ha reso famoso e che lui ha vinto nel 2010. Vento di Sardegna a novembre partirà da Saint Malo e cercherà di difendere il titolo. Alla Route du Rhum parteciperà anche Farancois Gabart il vincitore dell’ultima Vendée Globe.
Poi ci sarà la Rolex Fastenet Race, anche questa una regata leggendaria in grado di dare una visibilità internazionale. Ma, il sogno di Mura quello che solo a dichiararlo sembra di chiedere troppo, è il sogno di ogni solitario, la Vendée Globe, l’Everest del Mare, la sfida delle sfide.
Andrea vuole essere tra coloro che nel 2016 partiranno da Les Sables d’Olonne per fare il giro del mondo senza assistenza e senza scalo in solitario passando per i capi. Vuole confermare che i marinai italiani valgono i francesi sfidandoli sul loro stesso terreno, l’oceano.
Un programma serio, da navigatore solitario di prima grandezza. Era molto tempo che i nostri navigatori più conosciuti non si lanciavano in sfide vere al livello delle loro capacità preferendo impegnarsi in tentativi di record troppo poco convincenti o in regate dove l’avversario più pericoloso è un vecchio catamarano di una trentina d’anni.
Ora il problema è che, se Mura, come dice, in questi appuntamenti punta a vincere, per i primi due può avere qualche chance, ma per la Vendée Globe, l’esperienza insegna che le barche vecchie non hanno nessuna possibilità di competere per i primi tre posti della regata e, Vento di Sardegna, il 50 piedi di Mura, ha ormai 15 anni. Per quanto Andrea lo tenga e lo curi alla perfezione, la barca comincia a essere antiquata.
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