Il vento si è abbattuto sulle isole in mezzo al Pacifico a 270 chilometri orari devastando ogni cosa. "Per chiunque non fosse in un rifugio sicuro ieri notte è stata veramente, veramente dura" ha detto Chloe Morrison, responsabile locale di Vanuatu per l’associazione World Vision che si pone come obiettivo principale quello di riuscire a ridurre drasticamente la povertà.
Il ciclone che si sposta in direzione sud est ha ora attaccato marginalmente le isole della Nuova Caledonia.
A Vanuatu, la maggior parte della popolazione non ha più una casa agibile, la maggior parte delle strade sono o distrutte o seriamente danneggiate, non c’è energia elettrica e le comunicazioni sono difficoltose, ma si teme che nelle isole periferiche dell’arcipelago la situazione possa essere peggiore.
L’arcipelago conta 267.000 abitanti sparsi su 65 isole, di cui 47.000 vivono nella capitale Port Vila.
Le stime sui morti al momento sono ancora prudenziali e l’Onu parla di decine di vittime, ma la verità è che nessuno ha ancora idea di quello che si troverà nelle isole più lontane dell’arcipelago quando i soccorsi le raggiungeranno, si spera nella giornata di oggi.
L’Unicef ha parlato del bisogno di un piano di aiuto per 132.000 persone tra le quali 54.000 bambini.
Gli aiuti internazionali si sono subito mobilitati con l’annuncio da parte dell’UE della messa a disposizione immediata di un milione di euro e un appello dell’UNICEF per la raccolta di fondi da destinare all’emergenza Vanuatu.
Il governo Australiano ha messo a disposizione, squadre di soccorso, medici, specialisti e 700.000 euro.
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