Oggi questa moda si sta diffondendo anche tra i normali diportisti. Possedere una barca a volte significa restringere i propri orizzonti, perché con il tempo limitato di cui si dispone non si possono raggiungere mete lontane, così sempre più spesso chi possiede la barca, una volta durante l’anno noleggia una seconda barca per navigare in luoghi altrimenti irraggiungibili.
Che si tratti dei Caraibi o delle Cicladi, come ci dicono diversi operatori del charter, spesso, la seconda barca ha le stesse caratteristiche della prima se l’armatore la noleggia da solo, mentre è decisamente più grande se a noleggiarla sono due famiglie.
Interessante l’osservazione di Armando Buono, un sociologo e velista che studia come le persone utilizzano i propri beni di lunga durata, il quale crede che il diffondersi di questa moda indichi il cambiamento di atteggiamento di molte persone nei confronti della barca, non più proprietà intoccabile con la quale si stabilisce un rapporto quasi affettivo, ma bene strumentale, il che dovrebbe preludere al diffondersi anche di altri sistemi per andare in barca come i programmi di gestione o il boat sharing.
© Riproduzione riservata