Nella sua storia il titolo ha avuto alcuni picchi sempre connessi a eventi precisi, e quindi giustificati, e alcune cadute, come quella molto forte del 17 marzo 2020 connessa con il lockdown dovuto alla pandemia, in cui il titolo ha toccato quota 5,27 euro.
Ora però sta accadendo qualche cosa che suscita perplessità in diversi esperti finanziari.
Da luglio 2020, dopo un’altra discesa piuttosto sostenuta in cui un’azione del gruppo valeva poco meno di 5,5 euro, si è registrata una crescita costante e molto forte che ha portato il titolo a valere, il 9 febbraio 2021, 12,33 euro, oltre il doppio rispetto a marzo 2020 e oltre 2 euro in più del periodo pre-lockdown quando in un picco il titolo aveva toccato quota 11,03 euro.
Un ritmo di crescita degno di una cripto valuta anche se ancora molto lontano dai 22,85 euro di gennaio 2018.
A luglio scorso il gruppo ha dato il via ad un piano di ristrutturazione profonda che ha portato a riorganizzare diversi cantieri e unità costruttive in Francia e anche oltre confine.
Circa 1400 lavoratori sono stati spostati da un luogo a un altro di lavoro e di questi 200 sono stati incentivati a lasciare il lavoro.
Montecarlo Yacht, il marchio di superyacht a motore voluto dalla ex presidente del gruppo, Carla Demaria, andrà a esaurire la sua produzione senza che sia rinnovato alcun modello.
Questo sicuramente ha avuto il suo peso, perché una migliore struttura di lavoro implica maggiori margini di guadagno, ma in molti si chiedono se non ci sia altro.
Una fusione? L’ingresso di un nuovo socio rilevante? Un brevetto che rivoluzionerà il modo di fare barche?
Al momento in casa Beneteau la consegna è il segreto assoluto.
Staremo a vedere cosa accadrà nei prossimi mesi.
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