venerdì 13 dicembre 2024
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Altri arresti per il naufragio del traghetto sud coreano

Altri 4 arresti per il traghetto sud coreano, mentre ancora si spera di trovare dei sopravvissuti nello scafo

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Seul (Sud Corea) - Ad una settimana dall’incidente del traghetto Sewol in Sud Corea, le ricerche dei corpi e di eventuali sopravvissuti continuano. Lo schieramento di mezzi di soccorso è grande: 239 navi, 755 uomini, mini-sommergibili radiocomandanti, sonar e quanto altro possa essere d’aiuto ai soccorritori.

Nel frattempo il numero dei corpi recuperati è salito a 121 e il bilancio della sciagura rimane durissimo: 174 persone salvate (tutte prima dell’affondamento della nave), 121 corpi recuperati e 179 persone ancora disperse. Delle 474 persone a bordo della nave oltre 300 erano ragazzi di un liceo in gita scolastica.

La speranza è l’ultima a morire e anche se le enormi gru per riportare a galla la nave sono pronte a operare, sembra che le autorità stiano aspettando ad iniziare le operazioni di recupero per non compromettere le possibilità di sopravvivenza di chi possa essere rimasto intrappolato nella nave ed essere sopravvissuto grazie a bolle d’aria.

Le speranze si concentrano tutte sulla zona cantina che si trovava a centro nave nella parte alta dello scafo. I soccorritori pensano che se qualcuno è ancora vivo si possa trovare in questa zona. Nelle prime ore, dopo l’affondamento, alcuni mezzi di comunicazione sud coreani avevano parlato di pompe che immettevano aria nello scafo, senza specificare se l’operazione era destinata a creare sacche d’aria all’interno della nave o connessa con i tentativi di stabilizzare lo scafo.

La nave è a 35 metri di profondità in una situazione di instabilità e potrebbe muoversi da un momento all’altro cosa che, insieme alle forti correnti e alla bassissima visibilità sott’acqua, sta ritardando molto le ispezioni dei sommozzatori.

Sul fronte giudiziario, la procura di Seul ha tratto in arresto ieri altri 4 membri dell’equipaggio, si parla di tre ufficiali e un meccanico. Il presidente sud coreano Park Geun-hye in una dichiarazione sull’incidente è stato durissimo: "Le azioni del capitano e dell'equipaggio del traghetto Sewol sono 'equivalenti all'omicidio'".

Sabato scorso le autorità avevano arrestato il capitano della nave e due membri dell’equipaggio tra i quali una donna di 26 anni, il terzo ufficiale della nave, che era al timone al momento del disastro.

Nonostante il grande lavoro in corso intorno al relitto, ancora non sono chiare le cause del disastro e il fatto che a una settimana dell’incidente ancora non ci siano ipotesi consistenti su come siano andate le cose, comincia a sollevare qualche perplessità.

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