La mancata partecipazione di Azimut Benetti è un brutto colpo per un Salone che stava cercando di cambiare e rilanciarsi e il colpo è ancora più duro perché non è dovuto a una crisi del gruppo che, anzi, tra i marchi della nautica è uno dei pochi che durante questi anni di crisi è cresciuto notevolmente, ma perché, come spiega il gruppo stesso in una nota, il mercato italiano non vale la spesa di un salone:“La scelta del management è determinata dalla volontà di sviluppare i mercati a più alti tassi di crescita e di concentrare in queste aree gli investimenti fieristici. L'attenta analisi dei ritorni attesi dalla partecipazione al Salone ha convinto il management di Azimut-Benetti Group a prendere questa decisione”.
Il gruppo sottolinea come negli ultimi 4 anni, il fatturato del Gruppo in Italia, che nel 2009 rappresentava il 18%, sia arrivato a ricoprire il 3% del fatturato totale, dato che ha portato il mercato italiano a non essere più considerato importante.
Azimut e il suo fondatore Paolo Vitelli sono da sempre protagonisti della nautica italiana, nel bene e nel male. Vitelli è stato il presidente dell’UCINA degli anni d’oro, quando il settore toccava l’apice del 16% d’incremento annuo, ma è anche stato il presidente che ha voluto puntare tutto sui super e megayacht, contribuendo a costruire un’industria nautica tutta concentrata sulle barche a motore.
Vitelli è stato colui che ha creato nell’immaginario collettivo l’idea che le barche siano tutti superyacht e che i diportisti siano tutti milionari, convinzione sulla quale chi ha voluto ha avuto gioco facile per estendere il concetto che chi va in barca è, con tutta probabilità, un evasore fiscale.
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