Il ritrovamento, che ha una grande importanza per gli archeologi perché contribuirà a fare chiarezza su alcuni punti ancora controversi della storia del grande navigatore, è avvenuto a largo di Haiti ed è frutto di diversi anni di studi.
Usando magnetometri marini, dispositivi di radar e sonar e effettuando diverse esplorazioni con i sommozzatori, Clifford ha studiato le anomalie della piattaforma marittima nella zona di Haiti, ha quindi comparato i risultati con informazioni fornite dai diari di navigazione di Colombo e dal materiale cartografico dell'epoca e ha misurato l'impatto delle correnti per stabilire i movimenti del relitto dopo il naufragio, in questo modo è riuscito a stringere l’area di ricerca sino a sopra il punto in cui, ha trovato il relitto.
"Abbiamo informato il governo haitiano, e vogliamo lavorare con loro per assicurare che il relitto sia protetto e preservato", ha detto Clifford. "Questa è un'opportunità magnifica per preservare gli artefatti di questa nave, che ha cambiato la storia del mondo".
Per Haiti il ritrovamento della Santa Maria significa un insperato aiuto all’industria del turismo.
L'ammiraglia di Cristoforo Colombo in realtà non era una caravella, come tramanda la tradizione, bensì una caracca, lunga 21 metri e con un ponte a tre alberi: questa partì dal porto di Palos, in Andalusia, il 3 agosto 1492 insieme con la Pinta e la Nina e s'incagliò su una barriera corallina al largo di Haiti il 25 dicembre dello stesso anno.
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