Durante la prova, che ha visto 268 equipaggi doppiare la Giraglia, questi hanno dovuto affrontare condizioni meteo previste, ma difficili, con venti che hanno raggiunto i 35/40 nodi e mare grosso con onde che, in alcuni casi, hanno toccato i 4 metri di altezza.
Alcune barche hanno avuto degli incidenti: il Comet 45S Ireal di Alberto Pagliano che ha perso il timone e stessa cosa ha fatto il Grand Soleil 341 Mariel di Federico Massari. Situazioni gestite bene che hanno visto un lieto fine, con molto stress, ma nessun ferito e con entrambe le barche sicure in porto.
Ora che la regata è finita e si stanno spegnendo i riflettori, da questa esperienza si può trarre una riflessione.
I velisti italiani negli ultimi anni hanno dimostrato di aver raggiunto un livello di esperienza e capacità marinara degna della massima attenzione.
La maggior parte degli equipaggi che hanno partecipato alla Giraglia 2016 erano italiani e tutti hanno saputo affrontare la burrasca con perizia, facendo le scelte giuste e prendendo le giuste decisioni.
L’impressione di una flotta di velisti preparati è rafforzata da quanto accaduto nelle ultime Middle Sea Race e Roma x due, dove le barche hanno incontrato e superato situazioni anche peggiori.
Anche quando una mancanza di manutenzione e attenzione alle condizioni della barca ha provocato incidenti, nella maggior parte dei casi non gravi, gli skipper hanno saputo venirne fuori al meglio.
Segno che l’altura italiana è maturata e oggi esprime equipaggi che non hanno nulla da invidiare a quelli di paesi vicini e con una cultura velica più antica e radicata.
Un’ottima prova l’ha data anche la nostra Guardia Costiera che si è dimostrata all’altezza della situazione per gli equipaggi che hanno dovuto ricorrere alla sua assistenza. Un aspetto importante quello di sapere che, nel momento del bisogno, in mare, c’è qualcuno che con capacità e competenza è in grado di portare un aiuto vero.
© Riproduzione riservata