
Lutto nel mondo della vela. Lo skipper professionista Matteo Auguadro, ex stella dell’America’s Cup, è stato vittima di un incidente in montagna lo scorso 11 gennaio.
Il velista, in compagnia di due amici, è stato travolto da una valanga mentre risaliva con i ramponi il crinale est della Punta Valgrande, cima di 2.856 metri nelle Alpi Lepontine al confine tra la provincia del Verbano-Cusio-Ossola e la Svizzera.
L’incidente è avvenuto poco dopo mezzogiorno quando la massa nevosa staccatasi dal versante ha colpito i tre alpinisti, trascinandoli per circa 400 metri più in basso.
Grande appassionato di montagna, Matteo Auguadro era soprattutto un grande velista, tra i più forti al mondo come prodiere, un ruolo tra i più fisici e decisivi.
Nel 2007 aveva fatto parte del team di “Mascalzone Latino” che aveva incendiato quell’edizione dell’America’s Cup esordendo a Valencia, Spagna, con una clamorosa vittoria sui neozelandesi.
Una carriera velica da grande protagonista
Matteo Auguadro, 48 anni, marinaio poliedrico e versatile, ha costruito una carriera velica da grande protagonista, distinguendosi in molte classi veliche e affermandosi sia a livello nazionale che internazionale.
Era tra l’altro molto richiesto a bordo da grandi armatori. Frequentava regolarmente il Mondiale Maxi e nel 2022 aveva vinto il titolo mondiale nella categoria Maxi Yacht Rolex Cup. Ma regatava spesso anche nella classe Tp52, così come a bordo dei veloci RC44 ideati da Russell Coutts.
La sua era una passione irresistibile per le barche e lo sport in generale, condivisa con la moglie Rachele, impegnata in produzioni tv e uffici stampa, e trasmesse alle due figlie Allegra, 14 anni, e Carlotta di 12.
Il ricordo di Vasco Vascotto: “Matteo, un vero gentleman”
Come prodiere Matteo era allenatissimo, un vero atleta - racconta Vasco Vascotto, tattico di quel Mascalzone Latino - E poi alla tecnica abbinava una gentilezza d’animo che lo rendeva benvoluto da tutti. Non mi ricordo di avergli mai sentito pronunciare una cattiva parola contro qualcuno. Mai. Con garbo aveva saputo diventare uno dei migliori prodieri del mondo. Un uomo buono e uno sportivo completo. Stavamo regatando insieme, eravamo pieni di progetti per questa stagione velica, a partire dall’Admiral’s Cup. Sono senza parole”.
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