Per ora, infatti, nel porto cinese ci sono Ericsson 4, Green Dragon, Puma e Telefonica Blue (penalizzata di tre punti per la sostituzione della timoneria con una più grande). Ericsson 3 è salpata ieri da Taiwan e sta cercando di raggiungere i propri avversari in tempo per partire con loro. Ce la potrebbe fare.
Ad ogni modo, di tempo per recuperare ce ne sarà a volontà. A seconda delle condizioni meteo la regata potrebbe durare dai 28 ai 43 giorni e vedrà i VoR 70 navigare in un tratto di mare nella prima parte sconosciuto. Gli equipaggi (non saranno presenti Delta Lloyd e Telefonica Black) affronteranno una buona porzione delle variabili meteorologiche messe a disposizione dall’emisfero terrestre. Dapprima si scontreranno con il monsone di nord-est, lo stesso che li ha costretti a bolinare nelle ultime due tappe ma che questa volta gli permetterà di battere velocemente una rotta sud-orientale verso il primo scoring gate. Questo sarà posizionato in coincidenza con il trentaseiesimo parallelo sud, e segnerà un’importante scelta tattica: raggiungerlo il prima possibile e prendere il maggior numero di punti o fare rotta verso est, doppiarlo in ritardo ma trovarsi più vicini a Capo Horn?
Il punto più meridionale della Terra del Fuoco costituisce, infatti, il secondo cancello con punti in palio. Prima di avvistarlo, gli scafi in gara combatteranno contro le calme equatoriali, che dovrebbero essere meno insidiose di quelle atlantiche, e quindi saranno spinti dai forti venti meridionali, appena raggiunte le basse latitudini. Ultimi scogli nella risalita del Sud America verso Rio de Janeiro saranno la corrente contraria delle Isole Falkland e i Pampero, burrasche che nel giro di ventiquattro ore sono in grado di generare forti piogge e un mare forza nove.
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