Nello studio Parigino di VPLP, uno dei più famosi studi di progettazione francese, è lo studio che ha disegnato la maggior parte degli IMOCA che hanno preso parte all’ultima Vendée Globe, c’è grande fermento.
Gli architetti e gli ingegneri guidati da Marc Van Peteghem e Vincent Lauriot Prévost, hanno messo a punto una vela rigida da montare su imbarcazioni da diporto già esistenti e su navi commerciali, che ritengono possa rivoluzionare il diportismo e la navigazione commerciale, anche se non tutti sono d’accordo con la loro visione.
Lo studio ha messo a punto una vela rigida che però è realizzata con tessuto, un tessuto che può essere ammainato lungo una struttura rigida, cosa che ne permetterebbe l’utilizzo sulle barche da diporto.
L’idea non è nuova il primo a realizzarla fu un colonello israeliano, seguito da Andrea Romanelli, l’architetto italiano morto in mare nel 1998 e quindi la veleria OneSail. Infine, la Beneteau ha studiato e sperimentato il sistema per oltre due anni su di un Sense 43.
La grande novità realizzata dalla VPLP è che la loro ala rigida è del tutto automatica. Con una serie di sensori rilevano intensità e direzione del vento e un software regola la vela all’angolo migliore.
L’ala rigida di VPLP porterebbe ad avere una barca a vela automatica dove la virata o l’abbattuta si fa con l’iPad.
Secondo Beneteau, però, è proprio qui il problema della WingSail. Il gruppo francese, che come abbiamo detto, ha studiato la vela ad ala rigida per due anni, come ha dichiarato Erik Srtromberg, direttore della produzione della Jeanneau (cantiere del gruppo Beneteau) a Solovelanet, è arrivato alla conclusione che i velisti, almeno al momento, non sono interessati a un sistema di questo tipo sui monoscafi, per questo, Beneteau monterà la sua Wingsail, che ormai ha passato tutti gli step sperimentali, sui catamarani della Lagoon, altro cantiere del gruppo Beneteau.
Secondo Beneteau, il velista che si rivolge ai catamarani è più propenso ad avere una barca dove il rapporto con le vele è diverso da quello tradizionale basato su scotte e drizze.
VPLP, tuttavia, sottolinea come la sfida della wingsail, non sia rivolta solo verso il diporto, ma anche verso la navigazione commerciale. Dotare lenavi commerciali di WIngsail porterebbero a un risparmio di carburante che oscilla tra il 25% e il 42% con grandi vantaggi per gli armatori e per l’ambiente.
La tecnologia di VPLP, è stata sviluppata con finanziamenti del governo francese.
© Riproduzione riservata