
Due fan di Giancarlo Pedote partono da Milano per Les Sables d'Olonne per incontrarlo dopo il Vendée Globe. Un viaggio emozionante tra passione, vela e lezioni di vita. Ecco la loro storia.
Stefano e Alessandro sono due amanti delle avventure estreme e fan accaniti di Giancarlo Pedote. Sono talmente presi dalle avventure del nostro eroe che una sera, in modo del tutto estemporaneo, decidono di partire con destinazione Les Sables d’Olonne per andare a incontrare il loro beniamino che ha appena finito il suo secondo Vendée Globe, questa la storia di questa bellissima spedizione.
**********************************È lunedì 3 febbraio, alle 14:22, ricevo un messaggio da Stefano su WhatsApp:
Stefano: “Ale, arriva Pedote.”
Io: “Giancarlo è a 175 miglia. Sta andando a 9 nodi, tra 19 ore taglia il traguardo.”
Stefano: “Andiamo!”
Quella sera, alle 20:30, salgo in macchina di fianco a Stefano. Partiamo da Milano per un viaggio di 12 ore, mossi dalla voglia di scoprire cosa si nasconde dietro una storia straordinaria.
Mi presento, sono Alessandro, un imprenditore Milanese, ho un’agenzia di digital marketing da sempre appassionato di vela. Il mio compagno di viaggio è Stefano, un imprenditore romano trasferito a Milano, ha creduto e fondato la sua impresa un delivery in contesto food. Ci unisce la passione per le imprese straordinarie.
Les Sables d'Olonne, la nostra destinazione. È una cittadina che affaccia sull’Oceano Atlantico si trova in Francia a nord del golfo di Biscaglia. È il tempio della vela d’altura, da lì si parte per andare in barca negli oceani. Distanza da Milano 1.200km.
Insieme a noi pochi oggetti, lo stretto necessario. Non siamo abituati ad avere una macchina vuota. Quando viaggiamo con le nostre famiglie c’è una grande confusione e il bagagliaio è pieno.
Giancarlo Pedote è uno skipper. Rappresenta l'eccellenza della vela d'altura mondiale. È l’unico skipper a rappresentare il nostro paese al Vendée Globe. Il Vandée Globe è una regata in solitario, una circumnavigazione del globo senza soste e assistenza. Servono 4 anni di rinunce e tenacia per prepararsi. È un’impresa impossibile e non si è mai realmente pronti.
Giancarlo, non ci aspettava. Non sapeva nemmeno della nostra esistenza, del nostro programma. Gli scrivo su Instagram:“Giancarlo stiamo arrivando, vogliamo conoscerti!”. Penso, è in mezzo al mare non lo leggerà mai.
Arriva l’alba, Giancarlo registra il suo ultimo video. Lo sentiamo dire:“C’è addirittura gente che è venuta per me da lontano.” Siamo emozionati, il nostro folle viaggio assume un significato.
Arrivati in porto lo vediamo arrivare, è in piedi a prua della sua barca, la scritta dello sponsor (Prysmian group che finanzia l’impresa) sulla fiancata della barca è consumata dalle onde. Tra musica, fuochi d'artificio troviamo il fiato per urlargli:"Grande Giancarlo, siamo qui, siamo quelli partiti da Milano!".
Insieme a Giancarlo quella mattina arriva Le Cam, una leggenda degli oceani. Ha 65 anni ed è alla sua sesta edizione. Un'altra storia incredibile. Ci sono anche Isabelle Joschke e Conrad Colan. Il livello di questi marinai è elevatissimo.
Si apre la porta di un tendone. Ci infiliamo dentro, la folla ci spinge. C'è la conferenza stampa di quelli arrivati quella mattina. La distanza percorsa dagli skipper è talmente grande che gli skipper arrivano a distanza di settimane uno dall’altro. Il percorso è lungo circa 24.000 miglia nautiche (45.000 km).
C’è anche Jakidale, Youtuber con più di 2Mln di iscritti. E' qui anche lui affascinato dall'avventura di Giancarlo pronto a fare un video per raccontare la sua impresa.
Riusciamo a raggiungere Giancarlo. Sembra riposato dopo 85 giorni di mare tra tempeste nei mari del sud e caldo equatoriale, noi distrutti dopo 12h di macchina. Ci accoglie con umiltà e un sorriso, scattiamo un milione di foto insieme a lui. Ce l’abbiamo fatta!
Il viaggio non è una questione di miglia (o kilometri), ma un percorso interiore che ci porta a scoprire chi siamo e quanto possiamo essere migliori.
Giancarlo ci manifesta la sua delusione, non è contento della posizione di arrivo. È alla sua seconda partecipazione, la prima volta finisce ottavo, è un risultato incredibile, questa volta ventiduesimo. Gli è successo di tutto. È uno sportivo, per lui il risultato è essenziale. Nello stesso tempo è sorridente.
Andiamo in banchina ad osservare la sua barca. È una navicella spaziale segnata dalle battaglie in mare. Arriva correndo uno dei membri dello staff:“Chi è che è venuto da Milano?”.
Non ci crediamo, rispondiamo:“Eccoci, siamo noi.”. Ci dice che Giancarlo è dispiaciuto per non avere il tempo per stare li con noi e che è a nostra disposizione per farci vedere la barca. A nessuno del pubblico in banchina è concesso.
Scesi dalla barca incontriamo Stefania, sua moglie, è rimasta con i figli sul molo. Anche loro sono degli eroi per aver supportato e sopportato una sfida di tale portata. Come dice Giancarlo: il Vandée Globe è un progetto famigliare, senza l’appoggio della famiglia non ce la fai.
Giancarlo ha raccontato ogni giorno alle persone che lo seguono quello che ha vissuto, umilmente. I canali social sono stati il megafono di questa avventura.
I suoi video non sono un diario di bordo ma lezioni di filosofia, rappresentazioni sincere in cui racconti gli ostacoli che attraversi negli oceani quando sei da solo, le soluzioni che adotti, lo spirito che devi mantenere.
Devi sempre guardare lontano oltre i singoli imprevisti senza demoralizzarti. È l’unico modo per arrivare alla meta.
Sono le 15:00, è arrivata l’ora di tornare, domani si lavora. Con noi in macchina una splendida lezione di vita. Ogni traguardo, per quanto arduo, si conquista con coraggio, tenacia e senza perdere di vista l’umanità.
In un’epoca in cui i social nascondono la realtà, sembra sempre tutto bello e raggiungibile abbiamo vissuto un racconto straordinario.
Il viaggio non è una questione di miglia (o kilometri), ma un percorso interiore che ci porta a scoprire chi siamo e quanto possiamo essere migliori.
Il Vandée Globe, non l’Everest dei mari, è una solenne lezione di vita.
Buon vento Giancarlo, sei il nostro campione!
Un caro saluto,
Alessandro
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