Il primo ventennio del secondo millennio ha vissuto due crisi drammatiche. Vediamo come si sono trasformate le barche in questi anni
A tutti quelli che non appartengono alla “millennial generation”, la velocità con cui sono passati questi primi venti anni può produrre uno strano effetto.
Sono davvero passati due decenni da quella mezzanotte del 31 dicembre 1999, quando non vedevamo l’ora di uscire dal secolo vecchio per inaugurare un nuovo millennio?
Fu un passaggio carico di aspettative e di ansia, tenuto a battesimo dal temutissimo “bug”, che avrebbe dovuto spegnere i computer, cancellare tutti i database e causare una paralisi economica del mondo, ben diverso da un virus di altra natura - ma questa volta reale - che a distanza di venti anni, ha causato una catastrofe che nessuno riesce ancora a immaginare quali scenari possa spalancare.
Venti anni che sono stati spaccati in due dalla grande recessione economica e che oggi possono essere storicamente divisi in un “prima” e un “dopo” la crisi. Un prima e un dopo che nel mondo della vela e della nautica in generale, sono stati sentiti in modo particolarmente forte.
Sino al 2008 la nautica e con questa il mercato della vela, navigavano molto bene, macinando record di fatturati di anno in anno.
Poi qualcuno ha lanciato un’enorme ancora in mare e la nave si è bruscamente arrestata ingavonandosi di prua e buona parte dei passeggeri, lanciati fuori bordo, è scomparsa, travolta dai marosi dello sconquasso avvenuto tra il 2009 e il 2011.
Oggi il mercato è ripartito e con esso tutte le manifestazioni legate alla nautica, e anche se nulla è più come prima, la barca a vela ha appena ricominciato a navigare solo per scontrarsi con una burrasca, una di quelle burrasche degne dei grandi capi, quelle tempeste leggen
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