La capitaneria di porto ha già avviato un’indagine e si servirà delle telecamere a circuito chiuso nel tentativo di capire cosa è accaduto, anche se non c’è la certezza che tutta la zona interessata sia videosorvegliata. E’ possibile che dietro all’incidente ci sia stato il sabotaggio di qualche malintenzionato. Il sollevatore si trovava infatti a circa mezzo metro dal ciglio della banchina, con il braccio rivolto verso terra. Difficile, quindi, pensare che possa essere stato divelto da un’imbarcazione di passaggio. Per spezzare l’albero è tuttavia servita una forza d’urto notevole, in quanto il supporto era di alluminio, con uno spessore di 15 millimetri e un diametro di 150 millimetri.
Per ricostruire un nuovo sollevatore adesso serviranno almeno 5.000 euro. Questo distrutto, difatti, è completamente inutilizzabile e solo il motore che era stato asportato e riposto in un altro locale, è rimasto intatto. Il danno più grande è, però, quello subito dai tanti ragazzi disabili che si servivano di questo mezzo per coltivare la propria passione per la vela.
© Riproduzione riservata