Il focus di questa impresa sarà quello di studiare e monitorare gli effetti (fisiologici e non solo) derivanti da una lunga permanenza a bordo di una barca di 15 metri che attraverserà l'Oceano Atlantico, con l’intento di dimostrare che il diabete di tipo 1, al giorno d’ oggi, non può e non deve più essere considerato una malattia invalidante.
È infatti opinione comune che chi soffre di questa patologia debba limitare le proprie attività ed evitare condizioni estreme, mentre con un adeguato approccio e la giusta consapevolezza (della patologia e dell’attività svolta) i limiti possono essere, se non annullati, almeno ridotti considerevolmente.
L‘equipaggio si sta preparando ormai da mesi a questa esperienza. Assieme allo staff medico si studiano diverse opzioni per poter monitorare e tracciare costantemente ogni variazione dei livelli glicemici, si analizzano i profili psicologici e si preparano i 'menù' quotidiani tenendo conto del contesto e delle esigenze dell'equipaggio.
Durante la navigazione verranno utilizzati gli ultimi ritrovati tecnologici: microinfusori per somministrare insulina senza ausilio di siringhe interfacciati a sensori per il controllo in continuo della glicemia e agli Smartphone personali per garantire la massima flessibilità e semplicità di utilizzo.
Tutto ciò avverrà sotto controllo medico (presente a bordo) e tramite invio satellitare quotidiano dei dati rilevati verso la base operativa presso il centro di diabetologia di Olbia, dove un altro medico diabetologo coadiuvato da una biologa nutrizionista e da una psicologa analizzerà i profili dei singoli partecipanti e suggerirà variazioni della dieta e nella somministrazione di insulina.
Obiettivo finale del progetto è dimostrare che la traversata oceanica o esperienza simile potrà essere svolta anche senza la presenza del medico a bordo, situazione che non sempre risulta praticabile.
La realizzazione del progetto è stata possibile grazie alla tecnologia di cui oggi si dispone ma anche grazie all’impegno dei pazienti, dei medici e soprattutto degli sponsor, primo fra tutti la A.D.M.S. (Associazione Diabete Mellito e Celiachia Sardegna) e della SIMDO (Società Italia Metabolismo Diabete e Obesità) che hanno contribuito materialmente a coprire quasi per intero i costi di questa impresa.
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