Questo significa che, anche nel caso in cui le nostre società di charter fossero autorizzate a tornare ad operare, non sarà facile far arrivare nel nostro paese i turisti tedeschi che se dovessero terminare la vacanza prima del 14 giugno non potrebbero rientrare in patria se non sottoponendosi a una quarantena di 14 giorni.
Il governo federale ha anche avvertito che se ci si reca all’estero e durante la permanenza fuori dalla Germania si dovesse presentare un nuovo allarme per l’innalzamento dei contagi da Coronavirus e ci si dovesse trovare bloccati in uno stato, la Germania non organizzerà il rimpatrio dei suoi cittadini. Della serie “uomo avvisato, mezzo salvato”.
Il problema è che se nelle nazioni dove solitamente i tedeschi fanno charter, come Italia, Grecia, Croazia, si dovesse sbloccare la situazione, le società di charter sarebbe autorizzate a chiedere i saldi dei noleggi prenotati perché il problema non dipenderebbe da loro, ma dal cliente che non può arrivare alla barca.
L’impossibilità per i tedeschi di raggiungere l’Italia aggiungerà un ulteriore problema ai tanti già sopportati dal comparto charter.
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