L’accesso delle donne ai più alti livelli dello sport professionistico è un elemento di dibattito che negli ultimi anni è stato al centro del lavoro di diverse federazioni sportive, anche di quelle veliche.
In queste ore fa molto discutere il caso che riguarda la velista francese Clarisse Cremer, 34enne nata a Parigi, arrivata al top della vela oceanica mondiale dopo il suo Vendée Globe 2021, chiuso da esordiente in 12ma posizione con l’Imoca 60 Banque Populaire.
La velista transalpina ha reso noto attraverso i propri social che il suo sponsor Banque Populaire, con la quale la Cremer era impegnata in una nuova campagna per il Vendée, l’ha di fatto licenziata.
Il motivo è legato alla maternità di Clarisse, che a novembre 2022 è diventata mamma di una bimba. Secondo quanto riferito nel comunicato della Cremer la maternità secondo lo sponsor mette a rischio la possibilità di essere presente alla partenza del Vendée Globe 2024, dato che la skipper non ha ancora effettuato regate di qualifica.
Clarisse Cremer doveva correre il Vendée 2024 con l’attuale Apivia, Imoca 60 che ha dominato le ultime stagioni con Charlie Dalin.
Clarisse però ribatte che lo sponsor era perfettamente a conoscenza del suo stato quando hanno stabilito di partecipare a un altro Vendée Globe, ed è convinta di potere ottenere la qualificazione alla regata.
“Mancano 2 stagioni piene e 4 transatlantiche, e per potere tornare al livello in cui ero velocemente sto già per terminare la riabilitazione… Oggi Banque Populaire decide che questo rappresenta per loro un "rischio" che alla fine non vogliono correre…Sono disposti ad assumersi il rischio di un trimarano gigante (Il mega Ultim sponsorizzato Banque Populaire n.d.r.), e tutti i pericoli naturali, tecnici e umani delle corse in mare, ma ovviamente non la maternità” tuona la skipper.
Clarisse nel suo messaggio sottolinea come le regole di qualifica al Vendée di fatto possano essere discriminatorie verso le donne, e ormai nella classe Imoca 60 ce ne sono diverse, che decidono di avere dei figli, e non tengono conto per esempio del fatto che lei è una velista che ha già completato una volta la regata e ha diverse transatlantiche all’attivo.
Il sistema di qualifica del Vendée Globe è cambiato in vista della prossima edizione, e chi ha finito già la regata una volta non è automaticamente qualificato alla successiva come avveniva in passato.
Bisogna accumulare una serie di punti nelle regate ufficiali, in solitaria, della classe Imoca, al fine di ottenere uno dei 40 posti a disposizione.
Proprio a questo fa riferimento Banque Populaire, che nelle stesse ore in cui la skipper esternava il suo disappunto, emetteva un comunicato ufficiale per chiarire la vicenda e spiegare il perché del cambio di skipper.
Il comunicato ufficiale di Banque Populaire
“Nell'ottobre 2021, l'organizzatore del Vendée ha istituito un sistema di accumulo punti da acquisire tra l'inverno 2021 e l'estate 2024. Per ottemperare a questi regolamenti, Banque Populaire ha noleggiato una barca per partecipare alle regate della stagione 2022 e dare così tutte le possibilità a Clarisse di ottenere i punti necessari in attesa dell’arrivo di Banque Populaire XII a dicembre 2022 (ex Apivia). Non potendo partecipare a queste gare per fortunati motivi di maternità, Clarisse si trova ora in una situazione che non le permette di sperare di ottenere i punti necessari per qualificarsi al Vendée Globe 2024. Consapevole di questo rischio da diversi mesi, il Team Banque Populaire aveva avviato discussioni con SAEM Vendée nell'estate del 2022 per affrontare la situazione unica della velista, detentrice del record femminile della regata. Determinato a prendere il via della gara al suo fianco nel 2024, il Team Banque Populaire ha proposto all'organizzatore diverse soluzioni affinché il regolamento tenga conto della situazione delle donne nel Vendée Globe e della questione della maternità. Tutte queste proposte, così come le richieste per l'attribuzione di una card speciale, sono state respinte, e questo è deplorevole”, dichiara lo sponsor nella sua nota.
Posizioni ufficiali a parte la Cremer è stata licenziata e sostituita di un nuovo/a skipper il cui nome verrà reso noto a breve.
Una vicenda discutibile, gestita male dal Vendée Globe e dallo stesso sponsor, che mette in dubbio ancora una volta l’inserimento delle donne nello sport professionistico di alto livello.
Nessuno, tra Vendée e sponsor, sembra essere riuscito a trovare una soluzione, impedendo così a una velista di indiscusso talento come Clarisse Cremer di fare il suo lavoro e inseguire il proprio progetto sportivo, “colpevole” di avere concepito una figlia nel momento sbagliato.
Il messaggio scritto da Clarisse Cremer sul suo profilo Facebook
https://www.facebook.com/ClarisseSurLAtlantique
BANQUE POPULAIRE D...CIDE DE ME LAISSER À QUAI
J’ai donné naissance en novembre 2022 à une petite fille. Alors que rien ne m’y obligeait, j’avais informé mon sponsor Banque Populaire dès février 2021 de mon projet d’enfant. Ils m’ont tout de même choisie pour ce nouveau Vendée Globe et ont communiqué sur notre engagement mutuel à l’automne 2021.
J’ai appris vendredi dernier que Banque Populaire avait finalement décidé de me remplacer. Par leur décision, et malgré ma volonté constante, je ne serai pas au départ du Vendée Globe 2024.
Les règles du Vendée Globe pour l’édition 2024 imposent à tous les skippers une concurrence basée sur le nombre de milles parcourus en course. Sur ce critère, j’ai bien sûr pris du retard face aux autres concurrents au départ, cette maternité m’ayant empêchée d’être présente sur les courses qualificatives pendant un an.
Aujourd’hui Banque Populaire décide que cela représente pour eux un « risque » qu’ils ne souhaitent finalement pas courir.
Je suis sous le choc, d'autres projets lancés bien plus récemment continuent pourtant sans sourciller. Il restait 2 saisons complètes et 4 transatlantiques pour revenir au niveau, j'étais à fond pour finir ma rééducation au plus vite.
Mais pour Banque Populaire ce serait « laisser le destin choisir à leur place », alors qu’ils « se doivent » d’être au départ du Vendée Globe. Ils sont prêts à assumer le risque d’un trimaran géant, et tous les aléas naturels, techniques et humains liés à la course au large, mais visiblement pas celui de la maternité.
Si la course au large existe aujourd'hui c'est parce que des sponsors la choisissent comme levier de communication et s'en servent pour raconter de belles histoires sportives et donc, a priori, humaines. Je suis dans l’incompréhension totale face à l'histoire que ce sponsor fait le choix de raconter aujourd'hui : « Le Vendée Globe, à tout prix. »
L’organisation du Vendée Globe se contente par ailleurs d’être "désolée pour moi" mais "ne peut rien faire". C’est pourtant elle qui écrit les règles. Rappelons qu'il y a 4 ans j'aurais été sélectionnée automatiquement car finisseuse de l'édition précédente. Rappelons que 13 bateaux neufs (1/3 de la flotte) bénéficient d'une dérogation pour être sélectionnés d'office au prochain Vendée Globe au nom du soutien à l’innovation.
Les règles d’une compétition sont censées garantir l’équité et l’esprit sportif. Aujourd’hui, force est de constater que les règles choisies par le Vendée Globe interdisent à une femme d’avoir un enfant, quand bien même elle serait une sportive reconnue, déjà finisseuse de l’édition précédente.
Au 21e siècle, à qui veut-on faire croire que de telles règles seraient équitables ?
On a beau jeu de déplorer, ensuite, le faible nombre de femmes sur les lignes de départ. Je tiens à remercier les personnes qui m’ont soutenue et qui se reconnaîtront. Je suis déterminée à revenir naviguer, sous les couleurs d’un partenaire de confiance dont je partagerai les convictions humaines. Ma passion pour la voile reste entière, et je saurai dépasser rapidement la désillusion que je vis aujourd’hui.
Je pense surtout à toutes les femmes, les sportives et les autres, qui traversent des difficultés similaires sans avoir cette opportunité de prendre la parole.
Que signifie l’égalité pour les femmes?
Se comporter en tout point comme les hommes et donc surtout ne pas être enceinte ? Si je m’exprime aujourd’hui, ce n’est pas par vengeance, pour attirer l’attention ni me faire plaindre, mais pour susciter la réflexion, et dans l’espoir de faire progresser notre société.
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