Si potrà pagare in una sola soluzione usufruendo di uno sconto del 30%, o in dieci rate mensili di cui ognuna pari al 10% della tassa .
La tassa, come fece inizialmente il governo Monti da noi nel 2011, non fa differenza tra barche greche e barche straniere, tra barche da charter e barche private, né tra barche a vela e barche a motore.
Una tassa di questo tipo è destinata a distruggere il comparto nautico com’è in parte accaduto da noi.
Ogni anno in Grecia arrivano per le loro vacanze o transitano per andare in Turchia, migliaia d’imbarcazioni provenienti dal nord del Mediterraneo. E’ difficile pensare che il proprietario di una barca di 13 metri vada a fare la vacanza di 10 giorni in Grecia se per questo dovrà pagare 900 euro di tassa (1.300 euro scontati del 30% per pagamento in una sola soluzione), quando a poche miglia di distanza ci sono posti come la Croazia, dove la tassa è molto più bassa.
Ma il danno maggiore sarà per il comparto del charter. La tassa dovrà necessariamente essere riversata sui prezzi di listino delle flotte e questo rischia di rendere meno attraenti le barche greche in confronto a quelle croate.
A prima vista, sembra che i politici greci non abbiano studiato affatto il caso Monti e si accingano a fare di uno dei loro comparti di pregio, quello della nautica da diporto, in particolare del charter, carne da macello.
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