Ieri, dopo, diciotto anni, arriva la sentenza: concedere o no il condono è nelle priorità del comune, il quale può decidere in un senso o nell’altro, dopo aver valutato l’impatto della costruzione, sul territorio.
La sentenza scaturisce, dall'entrata in vigore del piano urbanistico per il paesaggio, della Regione che prevede la possibilità di modifiche al territorio.
Nella sentenza è stata messa, infatti, in evidenza la transitorietà del vincolo indicato dal Comune e ormai decaduto, stabilendo che, in tutti i casi di richiesta di condono riguardanti abitazioni che ricadono nella fascia dei 300 metri, il Comune deve in primis valutare la compatibilità paesaggistica dell'intervento. Spetta quindi ora all'ufficio tecnico neretino, fare le sue valutazioni e decidere se rilasciare o meno al proprietario l'agognata sanatoria.
Ora si teme che dalla sentenza possa scaturire una nuova ondata di abusi edilizi sulle coste pugliesi.
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