L’UCINA si è riservata di far pervenire al ministero una nota con le motivazioni dettagliata di tale richiesta.
Il decreto, datato 14 giugno 2016 e al quale è già stata data applicazione con una circolare della Capitaneria di Porto la settimana scorsa, stabilisce un complesso iter per lo smaltimento di una serie di sostanze esplosive, tra le quali anche i razzi di soccorso per la nautica che sono obbligatori.
"L'intento di individuare un percorso per il recupero di questi materiali è senz'altro positivo - scrive in una nota Ucina - tuttavia la nuova disciplina impone al fabbricante e all'importatore di questi articoli l'obbligo di organizzare un servizio complesso e capillare di raccolta dei resi, che avrebbe avuto la necessità di un periodo di transizione per potervi ottemperare, periodo che non è invece stato previsto."
L’UCINA fa anche rilevare la contraddizione tra il decreto emanato a metà giugno e il Testo unico per l’Ambiente. Il primo equipara i materiali esplosivi in disuso a rifiuti, mentre il secondo esclude categoricamente che ciò possa avvenire.
L’UCINA teme che la nuova norma possa complicare ulteriormente la vita del diportista cosa che va contro gli interessi dei soci di UCINA.
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