Ora lo skipper cagliaritano è in attesa di scontrarsi, nelle prossime, con un energica depressione in arrivo da Ovest che investirà Italia già dal tardo pomeriggio del 3 dicembre con venti sostenuti sui 40-45 nodi e raffiche fino a 50 nodi. Le condizioni dure dei mari del Sud ormai alle porte si fanno sentire in anticipo, una sorta di prova generale di quella che diventerà la quotidianità per i prossimi due mesi tra oceano Indiano e Pacifico, fino al mitico Capo Horn.
Il diaro di bordo
"Dopo il primo mese di condizioni tropicali, qui la situazione meteo è molto diversa, si sta per entrare in un altro pianeta. Piove spesso, fa molto freddo e praticamente ogni poche ore c'è una burrasca. Sono luoghi un po' selvaggi, senza dubbio, e non mancano le difficoltà. La prossima tappa è il Capo di Buona Speranza, ci siamo vicini... Abbiamo pronta una bottiglia importante, una delle sette conservate in cambusa, un vino sardo!
"Ogni obiettivo richiede un lavoro di squadra. Per fare i navigatori solitari bisogna essere in tanti. Colgo l'occasione per ricordare il sostegno di tutti gli sponsor tecnici che anche in navigazione mi hanno supportato, a distanza, con le loro competenze e la disponibilità per risolvere alcuni problemi, inevitabili in un'impresa così complessa. Ma dietro il mio navigare c'è anche un team molto prezioso. Merito di 1OFF che, oltre ad aver reso possibile Solo Round the Globe Record, mi segue da vicino, giorno per giorno, consentendomi di raccontare quotidianamente questa avventura.
"Per la prima volta in navigazione voglio ringraziarli pubblicamente: a iniziare da Santino Concu, manager cagliaritano con cui ho ideato il giro del mondo in solitario, Ugo Bertelli, project-manager che assieme Maria de Fez ha curato gli aspetti fondamentali del progetto. Così come è stato preziosissimo l'apporto del team di terra che ha permesso la preparazione della barca in mesi di duro lavoro. E poi un grazie anche a Cagliari, la città che mi ha accolto con una grandissima ospitalità e calore umano, e alla mia Regione, che mai come ora sento vicina. E un grazie a Dario Franceschini, cui si deve Italia, il nome della mia barca, e all’Enit, che le ha dato i colori. Senza dimenticare il contributo quotidiano dei meteorologi Andrea Boscolo e Alessandro Pezzoli. Oggi voglio ringraziare tutti!”
La rotta di Gaetano Mura
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