Dietro di lui Thomas Colville è ad appena una sessantina di miglia di distanza, anche lui su di un trimarano della classe Ultime di 90 piedi e anche lui alle prese con un vento latitante.
Mentre Macif e Sodebo, prossimi all’arrivo, arrancano tra uno scarso e l’altro, a nord la situazione è molto diversa. La burrasca che ha messo a dura prova tutta la flotta sta scemando e il mare sembra essere diventato più gestibile, ma tutti gli skipper ammettono che è stata veramente dura.
Roucayrol del Multi 50 Arkema dice:“E’ stato impossibile mangiare e fare qualsiasi altra cosa, la situazione era veramente dura. Non era tanto un problema di vento, ma di onde. Onde altissime che ti cadevano addosso come montagne.”
In ultima posizione avanza Loick Peryon su Pen Duick II, la barca che oltre 50 anni fa fu di Eric Tabarly con la quale partecipò alla Ostar (la Transat Bakerly è la Ostar di oggi). Peryon la prende con calma e passa il tempo tra il sestante e le carte nautiche dal momento che, a bordo, non ha elettronica se non un sistema AIS per questioni di sicurezza.
La regata in breve
The Transat Bakerly - La regata è partita lo scorso 2 maggio da Plymouth, in Inghilterra, per traversare l’Atlantico settentrionale e arrivare a New York sulla costa occidentale degli Stati Uniti. 3.000 miglia di oceano a latitudini difficili dove le perturbazioni si susseguono e mettono a dura prova gli equipaggi.
IMOCA 60, Class 40, Ultime, Multi 50, le migliori classi per solitari che partecipano alla regata.
© Riproduzione riservata