Il Trofeo Jules Verne, ovvero il record di circumnavigazione del globo, a vela e in equipaggio, è una delle sfide più estreme e complesse che ci siano nel mondo della vela. A riprovarci saranno Dona Bertarelli e Yann Guichard con l’equipaggio del maxi trimarano di 37 metri Spindrift, ribattezzato per l’occasione “Sails of Change”.
In totale saranno 11 i membri dell’equipaggio di questa sfida, inclusi la Bertarelli e Guichard.
Un’impresa che ha un indubbio fascino sportivo, di cui parleremo più avanti, ma che ha anche un significato particolare per il team di Spindrift.
Dopo due anni di ricerca e sviluppo, Bertarelli e Guichard hanno deciso che questo tentativo di record verrà effettuato con il trimarano in una configurazione completamente green.
Non ci saranno a bordo combustibili fossili né un classico motore termico per alimentare le strumentazioni di bordo. Il fabbisogno energetico della barca verrà garantito da una vasta batteria di pannelli solari, da due turbine eoliche e da una fuel cell a metanolo.
Una sfida che ha quindi una componente tecnologica, ulteriore rispetto agli aspetti velici, che la rende ancora più complessa.
Forse non tutti sanno che un “mostro” a vela di 37 metri ha dei sistemi di bordo molto complessi a partire dagli strumenti elettronici che hanno bisogno di tantissima energia e che devono essere alimentati per oltre 40 giorni.
Avere un blackout energetico significa di fatto dovere dire addio al tentativo di record talmente alte sono le prestazioni che il team deve produrre per potere riuscire nell’obiettivo sportivo.
Il tempo da battere è di 40 giorni, 23 ore e 30 minuti, a 26.9 nodi di media, fatto segnare dal mito Francis Joyon nel 2017 con un equipaggio di 7 persone a bordo di Idec Sport.
Una difficoltà energetica per Spindrift non metterebbe a rischio tanto il fatto di completare il giro del mondo, ma piuttosto la possibilità di batterne il record, per questo motivo la sfida “elettrica” di Guichard e Bertarelli assume dei contenuti ulteriormente affascinanti.
E poi ci sono le ovvie difficoltà sportive e veliche di quest’impresa. Il percorso che passa a sud dei Capi di Buona Speranza, Leuwin e Horn è di estrema difficoltà e servirà avere anche un po’ di fortuna per trovare lungo i 40 giorni di navigazione delle condizioni favorevoli per andare veloce.
Lo stand by per la partenza inizierà il prossimo 24 ottobre da La Trinité-sur-Mer, dove il team aspetterà le condizioni favorevoli per mollare gli ormeggi, ovvero un fronte con vento da nordovest per potere navigare subito alle andature portanti nella discesa lungo le coste portoghesi.
Poi ci saranno gli alisei, prima dell’ingresso nel grande sud dove sarà fondamentale posizionarsi strategicamente al meglio per non subire le depressioni di bolina, ma cavalcarle al lasco.
Quella di Spindrift sarà una sfida elettrica tutta da seguire.
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