I due leader stanno navigando in queste ore poco a nord delle Isole Kerguelen, al limite dei 50 gradi sud, dove solo gli albatros e pochi altri animali si spingono. E' un duello senza esclusione di colpi, che i due skipper stanno vivendo con velocità che oscillano da 21-22 nodi fino a quasi 30, spinti da un vento da ovest-nordovest tra i 20 e i 25 nodi e un'onda relativamente poco formata, le condizioni perfette per i nuovi IMOCA.
Le medie di percorrenza sulle 24h sono ormai prossime alle 500 miglia, insomma è un duello vero, ad alta velocità, duro ed estremo, tra due uomini determinati a fare la storia della vela oceanica ed arrivare per primi alla vetta dell'Everest della Vela. Impossibile provare a prevedere chi la spunterà: troppo lunga ancora la strada verso Les Sables d'Olonne, troppe le incognite. Quello che è certo che i due skipper protagonisti sono due purosangue della Course au Large: Le Cleac'h è il grande favorito della regata, Thomson è l'outsider dimostratosi molto più veloce del previsto. Un francese contro un inglese, davanti a loro gli spazi sconfinati dell'Oceano Indiano e poi quelli del Pacifico.
Il Vendée Globe 2016 si sta confermando per quello che è: la regata oceanica più dura e affascinante che si corra sul nostro globo. Qui non esistono scuse, vince il più bravo, trionferà chi, in un equilibrio difficile tra velocità e rischio di rottura tecnica, porterà il suo IMOCA 60 fino al traguardo di Les Sables.
L'unico che prova a restare sul treno dei primi due è Sebsatien Josse, staccato però ormai di oltre 600 miglia. Sembrerebbe che lo skipper di Edmond de Rothschild sia definitivamente destinato a scivolare indietro di un sistema meteo ed avvicinarsi più a chi lo segue che ai due battistrada.
La regata procede senza intoppi per il resto della flotta: il prossimo skipper atteso al passaggio di Buona Speranza è Kito de Pavant.
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