martedì 8 ottobre 2024
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Vendée Globe: il trionfo di Armel Le Cleac’h

Le Cleac’h in trionfo a Les Sables d’Olonne, per il francese vittoria con record in 74 giorni

Armel Le Cleac’h in arrivo a Les Sables d’Olonne
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Les Sables d'Olonne, Vandea (Francia) - L’Everest della vela ha un nuovo re, un bretone di 39 anni, cresciuto a pane, vela e fisica. Armel Le Cleac’h, ingegnere da Saint Pol de Leon, su Banque Populaire VIII, è il vincitore del Vendée Globe 2016-2017.

Lo skipper francese ha chiuso la regata in 74 giorni, 3 ore, 35 minuti, 46 secondi, fissando il nuovo record della regata e migliorando il tempo di François Gabart (vincitore della scorsa edizione) di quattro giorni, in un pomeriggio di raro sole invernale in Vandea. La media sul percorso più breve è stata di 13,77 nodi, sulle miglia effettive percorse (27.475) la media è stata di 15,43 nodi.

Emozionante come sempre l’arrivo a Les Sables d’Olonne: Banque Populaire è stata scortata da centinaia di barche fino alla linea d’arrivo e migliaia di persone affollano come da tradizione il canale di Port Olona.

Armel Le Cleac’h ha il vero merito di avere sbagliato pochissimo, di essere stato regolare e di avere portato la barca in perfette condizioni fino all’arrivo. E’ stato lucido, razionale, concreto e cinico: aveva molto probabilmente una barca più lenta di Alex Thomson ma non può essere questo il suo demerito. Lo skipper di Banque Populaire ha meritato di vincere la regata, rimanendo in testa per quasi due mesi.

A 39 anni l’originario del Finisterre corona con questo risultato una carriera di altissimo livello: tre volte vincitore della Solitaire du Figaro, numerosi successi in prove del circuito nella classe ORMA, veterano della classe IMOCA con due secondi posti e questo successo al Vendée Globe.

A soli 39 anni ha vinto molto di più di skipper della classe IMOCA con un decennio in più di carriera. Ingegnere, con un doppio diploma di laurea, si è guadagnato il soprannome di Sciacallo per il suo aspetto fisico e per il suo modo di regatare. Freddo, apparentemente impermeabile alle emozioni, sempre al posto giusto quando il suo avversario diretto compie il minimo errore e implacabile nella marcatura. Quest’ultima una caratteristica tipica dei figaristi, abituati al corpo a copro in regate sprint.

Enorme, un’emozione enorme per l’effetto che mi arriva, è incredibile”, sono le prime parole di un commosso Le Cleac’h sulla prua di Banque Populaire. “E’ stata dura nella parte finale, ho avuto molta pressione, ho dovuto soffrire veramente fino all’ultimo. Il meteo da capo Horn in poi non è stato dalla mia parte, Alex rimontava, è arrivato vicino e all’attacco. Il Pacifico invece è stato più semplice per me, ho avuto un meteo favorevole e sono contento delle scelte tattiche che ho preso.

Alex ha fatto una bella regata, anche con il problema che ha avuto, ma nell’Atlantico è rientrato grazie a un meteo favorevole”, ha dichiarato brevemente il vincitore subito dopo il traguardo.

Armel Le Cleac’h è uno skipper moderno, un professionista completo con un curriculum velico che va dalle derive, iniziò a 9 anni in Optimist, alla classe IMOCA, passando dai grandi trimarani da regata. Un velista completo, che da quattro anni dedica il suo tempo al progetto Vendée Globe e allo sviluppo del nuovo IMOCA con i foil.

A lui va oggi la gloria dell’Everest della vela, lui che era il grande favorito della vigilia. Le Cleac’h ed Alex Thomson hanno dato vita a uno spettacolo incredibile durante i due mesi e mezzo di regata. Se il giro del mondo è stato ancora una volta un grande successo è merito del vincitore, ma anche del mai domo britannico che ha dato spettacolo con il record delle 24 ore e una resistenza ad oltranza fino alle ultime 500 miglia.

Lo skipper di Hugo Boss ha dato tutto, forse anche oltre il suo limite: all’ultimo collegamento telefonico con la diretta del vendee è sembrato stremato a causa dei problemi agli strumenti che lo hanno afflitto negli ultimi giorni. Thomson chiuderà la sua regata questa notte, con un arrivo previsto intorno alle ore 5 italiane. Taglierà la linea senza un foil e con gli strumenti di bordo in semi blackout, incluso il pilota automatico e l’AIS. Stoico, fino alla fine.

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