L’olandese Pieter Heerema, sessantaquatrenne uomo d’affari, ha acquistato l’IMOCA 60 progettato da VPLP per Andrea Mura e da questi fatto costruire da Persico, rinominandolo “No way back”.
L’olandese, come aveva dichiarato sin dall’inizio, ha condotto una regata all’insegna del “no risk”. Arrivando al punto di allungare il suo percorso per evitare guai metereologici, tanto che viene da chiederci, perché ha partecipato?
Il Vendée Globe è una regata importante e bisognerebbe farla con un forte spirito competitivo, tanto che vede solo un pugno di skipper super preparati darsi battaglia in tutti gli oceani del globo.
Pieter Heerema, invece, nonostante avesse una barca di ultima generazione con i foil, ha evitato accuratamente la battaglia tradendo lo spirito del Vendée Globe, cosa che fa ancora più effetto perché gli è toccata la sfortuna di arrivare a Les Sables d’Olonne dietro Conrad Colman che, invece, la battaglia l’ha combattuta con tutte le sue forze percorrendo le ultime 800 miglia, con una armo d’emergenza dopo la perdita dell’albero.
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