Thomson ha infatti chiuso la distanza laterale, assicurandosi di potere navigare nelle stesse condizioni meteo del leader e provare il tutto e per tutto. Hugo Boss naviga costantemente sopra i 25 nodi da diverse ore, con una media che dall’alba italiana si attesta ad oltre 22,5 nodi. Pazzesco, estremo, l’inglese si gioca tutto e lo fa a suo modo, spingendo la barca oltre il limite. Il distacco di Hugo Boss alle ore 15 italiane è di 95 miglia, ancora consistente ma in deciso calo: siamo di fronte a un finale di regata che può riservare sorprese non calcolabili.
Le scatole di carbonio degli IMOCA 60 sono infatti a questo punto seriamente sotto stress, dopo oltre 23 mila miglia di regata. Non è questo il momento per tirare il freno e non ci sarà tregua fino all’ultimo metro di questo Vendée Globe, costi quel che costi.
Armel Le Cleac’h forse sognava un trotto trionfale verso Les Sables, coronamento perfetto del suo ruolo di favorito. Non sarà affatto un trotto, se vorrà vincere questo giro del mondo Le Cleac’h dovrà galoppare, soffrire e spremere Banque Populaire fino all’ultima goccia, fino alla gloria.
La notizia che a questo punto deve seriamente preoccupare Armel Le Cleac’h è che lo scenario meteo, almeno per le prossime 24 h sarà questo: vento da sudest tra i 22 e i 30 nodi, andatura al lasco mure a dritta, ovvero le condizioni in cui Hugo Boss ne ha decisamente di più. Quanto potrà recuperare Thomson? Difficile poterlo prevedere con esattezza; l’inglese sta rimontando circa 3 miglia ogni ora, in 24 ore potrebbe guadagnare circa 70 miglia e portarsi, clamorosamente, a contatto. E’ uno scenario da brivido per i tifosi francesi se dovesse verificarsi, si tratterebbe del più incredibile dei finali possibili.
Alex Thomson ha attraversato due oceani e risalito l’Atlantico con un solo foil, navigando per la maggior parte dell’Indiano e del Pacifico sul bordo “zoppo” di Hugo Boss. Ovvio, la storia di questa regata non si fa con i se o con i ma, però va riconosciuto il giusto merito al britannico: se questo Vendée Globe è stato così spettacolare molto lo si deve a lui che pur con un’avaria importante alla sua barca sta tenendo la regata aperta fino alla fine.
Davanti a un duello del genere il resto della regata perde momentaneamente i riflettori, ma si segnala comunque un ottimo Jérémie Beyou che sta dimostrando di meritare pienamente il podio con un ritmo sempre regolare ed efficace. Jean Pierre Dick sembra quindi doversi accontentare di una tranquilla quarta posizione, mentre poco più indietro niente è ancora deciso tra Jean Le Cam e Yann Elies per il quinto posto. Il prossimo skipper a doppiare Capo Horn sarà, in undicesima posizione, Fabrice Amedeo.
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