venerdì 1 dicembre 2023
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Non c’è errore nella posizione del reef che ha fatto naufragare Team Vestas

Volvo Ocean Race 2014-2015: Abbiamo consultato la Navionics per sapere se il reef era correttamente segnalato

Viareggio – Il naufragio di Team Vestas Wind su di un reef al largo delle isole Mauritius avvenuto sabato scorso 29 novembre sta diventando un vero e proprio giallo. Ci sono fotografie dell’incidente, video, interviste, commenti, ma ancora nessuna dichiarazione ufficiale da parte della Volvo al perché un team di persone che sono al top della vela mondiale è andato a finire contro un reef in oceano.

Chris Nicholson, lo skipper del team che è alla sua quarta Volvo Ocean Race, ha dichiarato che, indubbiamente, c’è stato un errore umano, ma di quale errore si tratti, neanche un accenno. A rompere il silenzio è Wouter Verbraak, il navigatore di Team Vestas Wind, che questa mattina ha postato sulla sua pagina facebook un lungo messaggio, rimosso, forse solo temporaneamente, poche ore dopo.

Wouter scrive che quel giorno, dopo una lunga ed estenuante navigazione, prima di riposarsi aveva controllato le mappe sulla strumentazione che indicavano una profondità di 42 e 80 metri.

Wouter racconta che a causa della cattive condizioni meteo poco prima della partenza c'è stata una piccola variazione della rotta. Rimprovera se stesso per aver pensato di avere sufficienti informazioni e di integrare i dettagli durante la navigazione.

Sempre ieri, l’autorevole rivista tedesca Yacht, sul suo sito avanzava l’ipotesi che il reef non fosse segnato correttamente sulle carte, portando diversi esempi di reef che è noto siano riportato in luoghi sbagliati.

Non possiamo discutere su quello che sia effettivamente accaduto per mancanza di elementi, ma abbiamo comunque voluto verificare se l’ipotesi avanzata da Yacht.de poteva essere confutata. Per far questo abbiamo intervistato la massima autorità mondiale in fatto di carte elettroniche, l’Ing. Giuseppe Carnevali, presidente della Navionics, e uno dei due ingegneri che oltre 30 anni fa inventarono le mappe elettroniche oggi usate in tutto il mondo.

Intervista Giuseppe Carnevali, presidente della Navionics

SVN – A suo parere è possibile che un reef sia riportato su di una carta con un errore tale da portare una barca ad andargli contro.
G.C. – E’ possibile che un reef sia riportato in modo non corretto sulla carta, il problema della barca che ci va a finire contro è un problema diverso. Le premetto che le carte usate su Team Vestas Wind, non sono carte Navionics, anche se la cosa è poco rilevante. Purtroppo sulle carte nautiche sia cartacee sia elettroniche ci sono molti errori che derivano dal modo in cui le carte sono realizzate.

SVN – Ovvero
G.C. – I surveys di una zona di mare (l’ispezione, il sondaggio di una zona di mare per rilevare i dati necessari alla redazione della carta nautica n.d.r.) sono effettuati con navi militari e risalgono, in molti casi, a molti anni fa. In particolare il survey della zona dove si trova il reef sul quale è andata a finire la barca di Team Vestas, è stato realizzato nel 1820 e le carte della zona sono state redatte nel 1940. A quei tempi gli strumenti a disposizione dei cartografi erano molto spartani, una nave, la bussola, uno scandaglio e un sestante.

SVN – Perciò è vero che il reef incriminato è riportato in modo incorretto sulle carte.
G.C. – Noi, come abbiamo avuto notizia dell’incidente, abbiamo subito fatto una sovrapposizione di una mappa presa dal satellite e della carta della zona e le due corrispondono, quindi, riteniamo che il reef sia riportato nel luogo corretto.

SVN – Lei prima diceva che anche se il reef fosse riportato in modo non corretto, il problema della barca che vi è andata a finire contro è diverso.
G.C. – Come le ho detto per noi la posizione di quel reef sulle carte è corretta, quindi non parliamo di Team Vestas Wind, ma facciano un discorso in generale. E’ diffusa l’idea che le carte nautiche siano prive di errori e questo induce molte persone a pensare di poter fare una navigazione strumentale, ovvero poter navigare con il solo ausilio della carta che sia questa elettronica o cartacea, ma ciò non è possibile. Le carte, per i motivi che le ho detto prima, non sono sempre precise. La Marina Norvegese considera che intorno alle coste della Norvegia ci siano 35.000 scogli non riportati sulle carte e che, per avere una mappatura precisa dei mari circostanti il paese, ci vorranno altri 30 anni. Quando si naviga, le informazioni che ci da la carta devono essere supportate dalle informazioni che rileviamo visivamente e da quelle che ci forniscono strumenti come l’ecoscandaglio.

SVN – Per tornare al Team Vestas Wind, lei pensa che sia colpa dell’equipaggio.
G.C. – Non ho detto questo e non potrei dirlo dal momento che non conosco la dinamica degli eventi. Le posso dire però, che un reef, raramente sale dalle profondità del mare in modo repentino, questo sale gradatamente sino ad arrivare in superficie, un allarme eco impostato su una profondità opportuna, probabilmente, avrebbe avvertito l’equipaggio del pericolo in tempo utile a manovrare.

L’intervista con l’Ingegnere Carnevali è molto più ampia e estremamente interessante. Il Presidente di Navionics apre un mondo sull’affidabilità delle carte e sulla differenza tra carte elettroniche e carte tradizionali molto interessante. L’intervista sarà pubblicata integralmente all’interno di un articolo dedicato all’argomento sul numero di SVN che uscirà a fine gennaio.



© Riproduzione riservata

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