A quarantotto ore dal nuovo ricorso alla giustizia presentato dal sindacato di Larry Ellison, il defender ha usato parole laconiche per descrivere la situazione e il proprio stato d’animo. “La Societè Nautique de Geneve – si legge in un comunicato – è pronta a difendere la sua posizione, che rispetta totalmente il Deed of Gift, documento ufficiale che governa l’America’s Cup prima ancora della Suprema corte di New York ed esigerà che Bmw Oracle faccia lo stesso”.
Il consorzio di Bertarelli ha poi voluto fornire una propria versione dei fatti, successivi all’incontro del 23 aprile, quando Alinghi e Bmw Oracle si sedettero attorno a un tavolo per organizzare la prossima edizione dell’evento, decidendo per l’ormai tanto attesa sfida sui trimarani. Secondo il defender, Bmw Oracle avrebbe rifiutato la possibilità di nuovi meeting per decidere formato, date e sede dell’evento, preferendo ancora una volta la strada della giustizia e pregiudicando ad altri team la possibilità di iscriversi all’evento.
Impossibile, sempre secondo Alinghi, è stato poi accettare la proposta lanciata dagli americani per un evento multi-challenger: l’utilizzo di due barche per team difficilmente si sposava con i nuovi orizzonti del mercato e le esigenze dei piccoli sindacati che invocavano una riduzione dei costi.
Ultima, ma non per importanza, è la notizia che il multiscafo di Alinghi è quasi pronto per il varo. Costruito presso lo stabilimento di Villeneuve, sulle sponde del lago di Ginevra, potrebbe essere svelato a breve.
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