Nei giorni scorsi sulla spiaggia di Cefalù delle persone hanno trovato un Pogo 50 spiaggiato senza equipaggio, quindi considerabile abbandonato, diversi lettori ci hanno chiesto se in questo caso chi ritrova il relitto e lo segnala alla Guardia Costiera ha dei diritti su di questo.
In molti si chiedono cosa succederebbe se si dovesse trovare una barca abbandonata in mare o su di una spiaggia.
Questa la si potrebbe considerare come propria? Si avrebbe diritto a una ricompensa? Oppure non si avrebbe diritto a nulla?
Partendo dal caso del Pogo 50 spiaggiato davanti a Cefalù nei giorni scorsi senza nessuno a bordo, barca in perfette condizioni che vagava da 15 giorni in Mediterraneo dopo un naufragio al largo della Sardegna, cerchiamo di dare qualche risposta ai tanti quesiti che il caso ha sollevato.
Il caso di Cefalù rientra nel contesto del salvataggio marittimo, regolato in Italia e a livello internazionale dal diritto marittimo, in particolare dalla Convenzione internazionale sul salvataggio marittimo del 1989 (ratificata dall'Italia nel 1997). Questo tipo di intervento prevede dei diritti e degli obblighi specifici.
Capita di frequente trovare in mare oggetti abbandonati alla deriva, come tavole da surf, tender, parabordi, ma anche relitti di imbarcazioni o barche che hanno spedato l’ancora e poi lasciate incustodite dal suo equipaggio o addirittura siano misteriosamente abbandonate.
Diversamente da quanto si immagina, ovverosia che le cose rinvenute in mare appartengano al ritrovatore, la disciplina dettata in materia dispone diversamente tanto da considerare coloro che si sono impadroniti di questi beni responsabili del reato di furto o appropriazione indebita con il rischio di incorrere in sanzioni penali.
Preliminarmente va fatta una distinzione tra recupero e ritrovamento, infatti il primo è relativo ad un recupero
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