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domenica 10 novembre 2024
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3 Barche a vela usate da 11 metri: prezzi tra 25.000 e 50.000 euro

Il Comet 1050 in navigazione
Il Comet 1050 in navigazione

Scopri il Dufour 4800, il Comet 10.50 e il Gib'Sea 106: tre barche a vela nel mercato dell'usato da 11 metri, con prezzi accessibili.

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La categoria delle barche a vela da 11 metri con prezzi al di sotto dei 50.000 euro offre una vasta selezione di imbarcazioni, molte delle quali mantengono un'eccellente qualità di navigazione nonostante abbiano superato i 25 anni di età.

Quando parliamo del segmento delle imbarcazioni da 11 metri, dobbiamo considerare tutti i modelli che vanno dai 36 ai 38 piedi. Questa fascia di grandezza era particolarmente popolare tra gli anni '80 e '90, e si trattava generalmente di barche che avevano due cabine e un bagno.

Al giorno d'oggi, le barche di 11 metri si distinguono per volumi interni significativamente più ampi, con configurazioni che possono includere fino a tre cabine e due bagni.

In questo articolo, ci concentreremo sull'analisi di tre modelli emblematici di quel periodo storico: il Dufour 4800, introdotto nei primi anni '80, il Comet 10.50, prodotto dalla metà degli anni '80 fino alla cessazione delle attività della Comar di Forlì nel 1992, e il Gib’Sea 106, anch'esso nato nella prima metà degli anni '80 e rimasto in produzione fino ai primi anni '90.

Barche degli anni '80 e '90

Un aspetto fondamentale da considerare quando si prendono in analisi barche degli anni '80 e '90 è che all’epoca non c’erano le disposizioni della CE in materia di costruzioni di scafi da diporto. All'epoca, ogni nazione seguiva le proprie regole; in Italia, ad esempio, si faceva riferimento al R.I.N.A. (Registro Navale Aeronautico Italiano).

Questa diversità normativa significava che i cantieri navali adottavano metodologie di lavorazione diverse, rendendo più complesso valutare la qualità costruttiva delle imbarcazioni.

Un altro fattore da tenere in considerazione è l'evoluzione dei materiali costruttivi. Le resine e le colle che vengono utilizzate oggi differiscono significativamente da quelle in uso quarant'anni fa, influenzando significativamente in molte fasi della costruzione dell’imbarcazione, come per esempio nella giunzione tra scafo e coperta.

I modelli citati in questo articolo, ad esempio presentano una giunzione meccanica, realizzata attraverso l'imbullonamento della coperta allo scafo. Oggi la giunzione scafo coperta è ottenuta chimicamente attraverso l’incollaggio della coperta sullo scafo, ma non solo, nel tempo si sono sviluppati dei profili di accoppiamento tra scafo e coperta migliorando significativamente la tenuta rispetto a una volta.

Nonostante queste differenze nei materiali e nelle tecniche costruttive, non si dovrebbe pensare che le barche degli anni '80 siano pericolose. Al contrario all’epoca i progettisti, dubitando della qualità costruttiva dei cantieri, spesso esageravano nel dimensionamento delle strutture, tanto che imbarcazioni come il Comet 10.50 continuano a navigare efficacemente, soddisfacendo appieno i loro armatori.

Tuttavia è fondamentale, per un acquisto consapevole, conoscere i punti deboli delle imbarcazioni costruite in passato per effettuare un controllo accurato prima dell'acquisto.

Uno degli aspetti critici nelle barche degli anni '80 riguarda la cristallizzazione della vetroresina. Durante il processo di laminazione, la resina prima di essere stesa sulle stuoie di vetro deve essere miscelata con un catalizzatore, un agente chimico che indurisce la resina. Questo passaggio è un momento molto delicato della costruzione. La particolarità di questa miscelazione è che il catalizzatore, una volta miscelato con la resina, innesca un processo di cristallizzazione che continua nel tempo.

E' sicuro acquistare una barca degli anni '80?

Con l'invecchiamento, la resina diventa sempre più cristallizzata, rendendo la vetroresina più rigida e, di conseguenza, più fragile. Tuttavia, non c'è motivo di allarmarsi eccessivamente; non ci sono segnalazioni di barche danneggiate esclusivamente per la vetustà della vetroresina. Alcune imbarcazioni degli anni '50, come le Alpe May, navigano ancora oggi senza problemi.

Un potenziale inconveniente è rappresentato dalle tenute stagne, ad esempio quelle dei passauomo, che potrebbero non essere più completamente stagne. La vetroresina intorno all’osteriggio, diventando più rigida, potrebbe non adattarsi bene ai movimenti della barca causati dalle onde.

Alcuni di voi possono chiedersi a questo punto: è sicuro acquistare una barca degli anni '80?

La risposta è affermativa. Nella redazione di SVN, solovelanet, diversi redattori navigano felicemente per mesi ogni anno su barche degli anni '70 e '80.

Ora, esaminiamo i tre modelli che sono al centro della nostra analisi.

Dufour 4800

Il Dufour 4800
Il Dufour 4800

Il Dufour 4800 è una barca disegnata da Jhoan Valentijn, disegnatore sconosciuto ai più, ma che ha collaborato in più occasioni con Michel Dufour. La collaborazione tra i due nacque nel 1979 quando Valentijn disegnò e Micheal Dufour realizzò la barca francese che partecipò alla 29esima edizione di Coppa America che si tenne nel 1980.

Il Dufour 4800 è una barca stratificata in pieno nello scafo e in sandwich di balsa sulla coperta. Le linee d’acqua, come spesso accadeva allora, sono quelle di una barca che deve avere una doppia funzione, essere veloce per permettere al suo armatore di partecipare ad alcune regate di circolo, ma e al contempo essere (secondo i canoni di quegli anni) comoda.

Il Dufour 4800 è una barca costruita con tecniche strutturali, ovvero non ha controstampi. Le paratie sono completamente resinate allo scafo e tutti gli sforzi sono veicolati in chiglia.

La barca dispone di una cabina di prua con cuccetta a V e di un cuccettone di poppa. La cucina è posizionata sulla sinistra come si scende sotto coperta, la falegnameria è di un buon livello e destinata a durare nel tempo.

Oggi, dopo più di quarant'anni, molti esemplari del Dufour 4800 mantengono una falegnameria in condizioni eccellenti.

Il prezzo di mercato attuale si colloca tra i 21.000 e i 26.000 euro, con varianti che includono motorizzazioni Volvo da 25 hp con alza valvole o motori Buck.

Dufour 4800 - Scheda tecnica
Lunghezza fuori tutto: 10,65 mt
Lunghezza al galleggiamento: 8,40 mt
Baglio massimo: 3,40 mt
Pescaggio: 1,85 o 1,50 mt
Dislocamento:4.800 kg
Altezza in dinette: 1,85 mt

Comet 10.50

Il Comet 1050 in navigazione
Il Comet 1050 in navigazione
La dinette del Comet 1050
La dinette del Comet 1050

Il Comet 10.50, disegnato dallo studio Finot, è uno dei più grandi successi della Comar di Forlì. La sua produzione iniziò nel 1983 e proseguì in varie versioni fino al fallimento dell'azienda nel 1992, raggiungendo un totale di 182 unità prodotte.

A differenza del Dufour 4800, il Comet 10.50 presenta una costruzione con un approccio più industriale e finiture interne meno curate. Nonostante ciò, rimane un'imbarcazione esteticamente accattivante e, soprattutto, più veloce rispetto al Dufour 4800.

L'allestimento interno prevede una cabina di prua a V e una cabina di poppa, oltre a un bagno. La dinette, con i suoi due divani, offre ulteriori tre posti letto, rendendo l'imbarcazione versatile per le diverse esigenze.

Il Comet 10.50 è una barca molto veloce posseduta da persone che amano le performance e per questo, solitamente, è molto bene attrezzata. La Comar ne produceva due versioni una con l’albero standard e una con un albero maggiorato.

In effetti l’allestimento originale di Finot prevedeva l'albero maggiorato, fu ridotto successivamente dal cantiere che creò la versione standard. Oggi la maggior parte degli esemplari in circolazione dispone appunto dell'albero maggiorato.

Un elemento importante da tenere in considerazione è che il Comet 10.50 risulta essere natante perché la sua lunghezza allo scafo è inferiore ai 10 metri.

Il prezzo di vendita oscilla tra i 26.000 e i 38.000 euro, una variazione dovuta principalmente alla lunga durata della produzione dell'imbarcazione.

Comet 1050 - Scheda tecnica
Lunghezza fuori tutto: 10,50 mt
Lunghezza al Galleggiamento: 8,86 mt
Baglio max: 3,35 mt
Pescaggio: 1,50 mt
Dislocamento: 5.000 kg
Superfice velica: 58,70 mq.

Gib'Sea 106

Il Gib'Sea 106
Il Gib'Sea 106

La Gib'Sea francese degli anni 80 è un ottimo cantiere che eccelle per le sue costruzioni. Per quanto siano barche di serie, i Gib'Sea sono pensati per lunghe navigazioni e hanno sempre delle carene eccellenti.

Purtroppo, poi, negli anni 90 queste barche vivranno un lungo declino sino alla scomparsa del cantiere nella prima decade del nuovo millennio.

Il Gib’Sea 106, con una lunghezza di 11,30 metri e una larghezza di 3,60 metri, si distingue per essere il più grande tra i tre modelli qui presentati, offrendo anche una versione a tre cabine.

La produzione di questo modello dura solo tre anni, dal 1984 al 1987, periodo in cui ha raggiunto un totale di 359 esemplari. Il 106 sostituisce il precedente 105 mantenendosi fedele allo stile del suo disegnatore, lo studio Joubert-Nivelt, con una carena profonda e tondeggiante.

Lo scafo è in pieno mentre la coperta è in sandwich di balsa. La falegnameria, come accadeva spesso in quegli anni, è di ottimo livello.

Il Gib'Sea 106 ha diverse versioni che si differenziano sia per attrezzatura di coperta, tipo di chiglia (standard o meno profonda e anche retrattile) e configurazione interna, con opzioni di due o tre cabine.

Con un dislocamento di circa 4800 chili, simile al Dufour 4800, il Gib'Sea 106 offre un buon bilanciamento tra prestazioni e comfort abitativo.

Il prezzo varia tra i 25.000 e i 36.000 euro, rendendolo un'opzione interessante per chi cerca un'imbarcazione con un ottimo rapporto qualità-prezzo, nonostante possa apparire esteticamente meno accattivante rispetto ai modelli precedenti.

Il suo prezzo oscilla tra i 25.000 e i 36.000 euro e, pur essendo esteticamente meno bella dei precedenti due modelli, crediamo abbia un ottimo rapporto tra qualità e prezzo.

Gib'Sea 106 - Scheda tecnica
Lunghezza fuori tutto: 11,30 mt
Lunghezza al galleggiamento: 9,10 mt
Baglio massimo: 3,60 mt
Pescaggio: 1,80 mt
Dislocamento: 4.800 kg
Superficie velica: 70,60 mq

© Riproduzione riservata

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