Le urla nella notte, la paura che si trattasse di pirati e la voglia di scappare. Poi la decisione di tornare indietro e accettare il rischio. Il racconto sconvolgente di un soccorso in mare in esclusiva dal suo protagonista per SVN
Sono partito a luglio, quest’anno, da Pwllheli nel Galles del nord, per consegnare Jasmina, la nostra barca, un Bénéteau 57, nel marina di Didim in Turchia, poco a nord di Bodrum. La prima tappa ci ha portato a Gibilterra, la seconda a Palermo e da qui siamo partiti per raggiungere la Turchia, passando per lo stretto di Messina e il canale di Corinto.
In questo ultimo tratto, visto che mio figlio e mia moglie potevano raggiungermi, abbiamo deciso di farlo insieme concedendoci una vacanza. A bordo con me, al momento degli eventi, c’erano mia moglie Nicky, mio figlio Oliver, il suo amico Archie e sua madre Sue.
Dopo che tutti si sono imbarcati, siamo partiti da Palermo alle 7 del mattino del 1 di settembre (anno 2015 n.d.r.), rotta su Zante, dove avremmo imbarcato mia figlia e il suo ragazzo. Alla mezzanotte dello stesso giorno abbiamo attraversato lo stretto di Messina e, ventiquattro ore dopo, stavamo navigando al centro dello Ionio, tra Italia e Grecia. Avevamo diviso la navigazione in turni e due di noi erano sempre
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