
Domani non sappiamo se sarà così, ma per il momento Marco Luigi dal Monte Casoni e i suoi amici sono degli eroi. Eroi che nella notte del 25 agosto, mentre, in vacanza, navigavano nel Mar Egeo a bordo del loro catamarano Lucile, hanno sentito una voce. Bassissima, quasi impercettibile, un grido che era una richiesta d’aiuto.
Marco Luigi e i suoi non ci hanno pensato un attimo, accese tutte le luci a disposizione hanno cominciato a scandagliare il mare buio come la disperazione di quella gente che vi si affida per tentare di scappare alla morte e che spesso, proprio in lui la morte trova.
"Abbiamo sentito una voce, era sopravvento, non ci siamo resi conto subito. Poi abbiamo capito, veniva dal mare - racconta Marco Luigi dal Monte Casoni all’Ansa. - Quando ci siamo resi conto che c'era qualcuno che chiedeva aiuto dal mare abbiamo scandagliato le acque. Nel giro di 15 minuti circa abbiamo individuato il giovane. Aveva un giubbotto nero di salvataggio. La sua voce arrivava sempre più vicina. Una volta avvistato gli abbiamo lanciato una cima alla quale si è attaccato e lo abbiamo tirato a bordo".
Il naufrago era un ragazzo intorno ai 25 anni.
"Come è arrivato a bordo lo abbiamo subito avvolto con una coperta termica e io e Tatiana lo abbiamo abbracciato per scaldarlo. Era in ipotermia ma reagiva - continua Dal Monte Casoni. - Per prima cosa gli abbiamo dato del latte caldo e dei biscotti - spiega il comandante del catamarano che ha filmato l'operazione di salvataggio - era esausto e poco dopo, disteso in cuccetta si è addormentato".
Dal Monte Casoni ha quindi avvertito le autorità che in mare c’erano delle persone e che una era stata salvata da loro. Fortunatamente il mare era calmo, un colpo di fortuna perché nel basso Egeo il Meltemi, il vento estivo tipico di questa zona, soffia forte spesso anche di notte.
Dopo poco è arrivata una motovedetta greca che ha prelevato il giovane che nel frattempo era stato ristorato dagli amici del Lucile che lo hanno salutato facendogli i loro auguri.
Purtroppo non si hanno informazioni sugli altri giovani che il Lucile non è riuscito a trovare.
Abbiamo indicato gli amici del Lucile quali eroi. Abbiamo attribuito a queste persone questa definizione perché quando si è in mare e non si sa quante persone ci sono in acqua si può temere che nel buio più totale, vicino a te, ci possa essere un gommone con cento persone a bordo che prese dal panico potrebbero cercare di salire tutte sulla tua barca.
Quando salvi un migrante in mare, non sai se questo porta con se malattie infettive e se una volta rifocillato non possa diventare aggressivo. Sono tutte considerazioni che uno skipper deve fare e se decide, nonostante tutto, di fare il suo dovere di marinaio e di essere umano e di mettercela tutta per salvare quelle persone, per noi è un eroe.
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