Il racconto di una navigazione ricca di suggestioni che parte dal Tevere e raggiunge l’isola di Ponza. Navigare fuori stagione per godere della bellezza incontaminata e di tramonti spettacolari: perché limitarsi ai mesi estivi?
L’aria brumosa del primo mattino, ovattata e ferma, stende una coltre silenziosa sopra il fiume che timidamente accenna a risvegliarsi dopo una notte umida che ha deposto uno spesso strato di umidità sulla coperta di Piazza Grande.
Dal Tevere all'arcipelago Pontino
Rompo la quiete accendendo il motore per lasciarlo riscaldare qualche minuto e nel frattempo con uno straccio asciugo il pozzetto e i passavanti per evitare che, camminandoci sopra, la guazza si trasformi in un lurido pantano. Ho preferito aspettare che ci fosse la luce per salpare, perché mollare da soli un ormeggio a pacchetto sul fiume è sempre una faccenda delicata e fare danni, a sé o ad altri, è davvero un attimo; la corrente fluviale, per quanto oggi leggera, impone una manovra rapida e decisa.
Essendo novembre inoltrato, ho dovuto aspettare quasi le sette per avere una buona visuale. Discendo il Tevere facendo attenzione alla secca sabbiosa che si è formata recentemente sulla riva destra e, appena oltre i fanali rosso e verde, apro gioiosamente entrambe le vele per sfruttare il leggero vento che intanto si è alzato, prendendo subito un buon passo in direzione dell’arcipelago Pontino. Fatta eccezione per un paio di piccole barche da pesca a ridosso del frangiflutti, il mare è deserto come era normale aspettarsi, perché oggi è un giorno feriale e siamo fuori stagione.
Navigare fuori stagione
Il concetto di stagione in Italia è per molti indissolubilmente legato alla piena estate, così tanto che in alcuni dialetti, il napoletano per esempio, i termini stagione ed estate sono sinonimi. Questo comporta che i più limitino le loro navigazioni a lugl
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