Radar o AIS a bordo? Lo skipper Maurizio Lamorghese ci racconta quale dei due strumenti considera più utile per la sicurezza della navigazione e perché.
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Chiunque va per mare, sa che, per ovvi motivi di sicurezza della navigazione, alcuni strumenti sono diventati essenziali.
Ormai la tecnologia ci sta abituando sempre di più a dipendere dalle macchine, o da ogni strumento elettronico facente funzione di controllo e, in molti casi, anche di guida o conduzione che sia.
Nonostante questo, però, continuiamo a leggere di incidenti tra unità marittime di ogni tipo: navi cargo, petroliere, pescherecci, barche da diporto, sia a vela che a motore. E allora viene spontaneo chiedersi: come navigavamo?
Vi ricordate la frase che spesso si diceva a chi si accingeva a tentare una qualsiasi impresa, anche terrestre?
“Mi raccomando, occhi aperti!” Esatto, proprio così.
Certo, all’epoca la maggior parte del traffico marittimo era commerciale, il diporto si limitava alla navigazione prevalentemente costiera, privata, ludica o di circolo velico.
C’erano poi i “pazzi” che facevano a gara pe
e senza adeguati strumenti di sicurezza. Slocum, Dumas, Moitessier, Guzman, perfino l’italiano Geraci, che nel 1932 si impegnò per fare il giro del mondo su una goletta di 13 metri costruita a Napoli. Ebbene, ognuno di loro - e moltissimi altri - navigava senza strumenti a bordo. E ancora prima, altri nomi importanti: Colombo, Magellano, Amerigo Vespucci, Vasco da Gama, James Cook, Shackleton, Heyerdahl e Chichester, nomi da brivido. E volendo andare ancora più indietro nel tempo, ci sono i navigatori greci, romani, normanni... insomma, l’uomo ha sempre navigato: per scoprire nuove terre, per creare opportunità di scambi commerciali, per conquistare e sottomettere altri popoli. Viene naturale pensare che anche i navigatori del passato, nelle loro epoche, abbiano affrontato problematiche simili a quelle odierne, anche se in misura minore. Da ciò però si deduce un particolare che non è di poco conto e che riveste il ruolo fondamentale in tutta la storia della navigazione, lo strumento “uomo”. Lo strumento uomo: il vero protagonista della navigazione Questo soggetto così particolare, unico ed essenziale, si chiama ancora “uomo”. Un organismo complesso, capace di infinito ingeg
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