Nella notte una barca a vela di circa 12,30 metri rifugiatesi nel porto di Pantelleria per fuggire ai temporali che imperversavano nella zona è finita sugli scogli presenti nel bacino del porto vecchio.
Sembrerebbe che al momento dell’impatto la meda che segnala la presenza degli scogli fosse spenta.
La Capitaneria, intervenuta la mattina presto, ha provveduto a regolare il traffico in entrata e in uscita dal porto mentre al suo interno si svolgevano i lavori di messa in sicurezza e recupero dell’unità da diporto.
La barca, un Sir Arthur 39 del cantiere Classis, è stata puntellata con dei palloni per permettere alle pompe di svuotarla parzialmente dell’acqua entrata da una falla e quindi trainata fuori dagli scogli da un peschereccio locale. L’operazione si è conclusa intorno alle ore 12 di questa mattina.
L’imbarcazione, appartenente a un diportista romano, aveva a bordo tre persone. Nell’incidente lo scafo ha riportato una falla di circa 20 centimetri che dovrà essere riparata sull’isola prima di poter riprendere il mare.
La Guardia Costiera, che è intervenuta solo dopo l’alba, non ha voluto rilasciare alcuna informazione trincerandosi dietro un laconico “no comment”, quindi non è noto se la meda di segnalazione degli scogli fosse realmente spenta come dicono diversi testimoni.
E’ singolare come il giornale locale riporti esclusivamente l’appello della Capitaneria rivolto ai diportisti invitandoli a consultare i portolani prima di entrare in porto. Sicuramente è d’obbligo consultare il portolano prima di entrare in un porto, però è altrettanto importante che le mede di segnalamento di un pericolo grave come uno scoglio, funzionino correttamente.
Per quanto riguarda la dinamica dell’incidente, è probabile che lo skipper della barca sia entrato in porto senza consultare il portolano o le carte del porto, se lo avesse fatto sarebbe stato cosciente del pericolo e, quanto meno, avrebbe mantenuto una velocità particolarmente bassa, cosa che, visto che la barca si è incastrata in profondità tra due scogli, non è avvenuta.
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