L'inchiesta sul naufragio del Bayesian continua con nuovi sviluppi che si susseguono quotidianamente, anche se finora non hanno ancora chiarito del tutto il mistero che circonda la tragedia.
Qui di seguito presentiamo una serie di fatti e notizie apparse sulla stampa negli ultimi giorni, organizzati in ordine cronologico dal più recente, per fornire una visione aggiornata e più chiara delle dinamiche del caso.
Inquinamento
Il Bayesian aveva a bordo, almeno secondo le informazioni disponibili, circa 50.000 litri di gasolio. Si temeva che, a causa della pressione, i serbatoi potessero rompersi, provocando un disastro ambientale con lo sversamento di idrocarburi nelle acque circostanti. Un’ispezione subacquea ha confermato che non vi sono fuoriuscite di carburante: il relitto è intatto e non sta inquinando l’ambiente, semplificando così le operazioni di recupero.
Servizi segreti esteri
La Marina Militare ha intensificato la sorveglianza sul relitto del Bayesian, senza fornire dettagli specifici. Questa misura è stata adottata a seguito della scoperta di due casseforti stagne contenenti hard disk altamente criptati, che custodiscono informazioni sensibili appartenenti a Maki Lynch. Questi dati sono di particolare interesse per potenze come Russia e Cina, che potrebbero cercare di appropriarsene. Nonostante ciò, non sono state avvistate navi militari italiane nella zona di Porticello, sollevando interrogativi su come venga effettivamente sorvegliato il relitto.
Il recupero
I rilievi tecnici necessari per stilare un progetto di recupero sono stati completati. Sebbene il recupero non sia considerato particolarmente difficile, si tratta comunque di un'operazione complessa. Il costo stimato è di circa 15 milioni di euro, metà del valore della barca al momento del naufragio, e sarà interamente a carico dell'armatore e della sua assicurazione.
Le autopsie
All’inizio di settembre sono state eseguite le autopsie su quattro delle sette vittime: l’avvocato newyorkese Chris Morvillo e sua moglie Neda, e il banchiere Jonathan Bloomerg con la consorte Judith. Secondo i medici legali, le vittime non avevano acqua nei polmoni o nella trachea, suggerendo una cosiddetta "morte da confinamento" o annegamento a secco.
Le vittime, trovate tutte nella prima cabina del corridoio di sinistra, avrebbero cercato di rifugiarsi nelle sacche d’aria situate nella parte superiore dello scafo rovesciato. Con il progressivo affondamento della nave, le sacche d’aria si sarebbero ridotte, saturandosi di anidride carbonica espirata dalle stesse vittime.
Questo scenario suggerisce che le vittime, compreso Mike Lynch, fossero coscienti e consapevoli della gravità della situazione, stavano disperatamente cercando di salvarsi.
La citazione per danni
Una settimana fa, la stampa nazionale ha riportato che il gruppo The Italian Sea Group, proprietario del cantiere Perini, aveva citato in giudizio la società armatrice del Bayesian, con sede nell’Isola di Man, per 220 milioni di euro di danni all’immagine. In seguito, il gruppo ha smentito la notizia, ammettendo però di aver incaricato uno studio legale. Tre giorni fa, il quotidiano La Stampa ha confermato che la citazione era stata effettivamente depositata presso il tribunale di Termini Imerese, per poi essere ritirata.
Il comandante
Vale la pena ricordare quanto dichiarato dal comandante del Bayesian, James Cutfield, durante le indagini, inizialmente ascoltato come testimone e non come indagato. Come testimone, Cutfield ha raccontato la sua versione dei fatti, mentre da imputato ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, su consiglio dei suoi legali.
Cutfield ha dichiarato: “È venuto a svegliarmi il marinaio Griffiths, dicendomi che c’erano 20 nodi di vento”. Matthew Griffiths, marinaio di 22 anni incaricato della guardia in plancia, aveva l’ordine di svegliare il comandante al raggiungimento dei 20 nodi.
Cutfield ha proseguito: “Ho guardato gli strumenti ed effettivamente era così. Sono uscito subito e ho chiesto di avvisare tutti perché la situazione non mi piaceva…”.
Quando è salito in coperta, Griffiths stava ritirando la cuscineria e le piante dal pozzetto, il che indicava che la situazione era da monitorare, ma non c’era ancora panico o allarme.
Poco dopo, la barca si è inclinata di 45° e, improvvisamente, ha virato a dritta. Il comandante racconta come l’improvviso ulteriore sbandamento li abbia scaraventati in mare.
“Siamo risaliti in qualche modo sulla plancia e abbiamo cercato di fare una catena umana per salvare chi riusciva ad arrivare a quel varco dal ponte alloggi … arrancavano sulle pareti perché la barca era stesa in acqua - ha spiegato Matthew. – Il primo della catena era il comandante che si allungava in giù. Ha aiutato tutti, le signore, la mamma con la bambina piccola...ma stavamo affondando e alcuni purtroppo non ce l’hanno fatta ad arrivare".
L'ufficiale di macchina
Tim Parker Eaton, che sarà iscritto nel registro degli indagati insieme al comandante Cutfield e al marinaio Griffiths, in veste di testimone ha dichiarato di aver avviato i generatori e le pompe idrauliche per contrastare l’ingresso dell’acqua.
Eaton ha inoltre confermato che il portello era chiuso, mentre la porta di comunicazione tra il garage e la sala macchine era molto probabilmente aperta, ma quella porta si trova sul lato opposto a quella del portello quindi non è da lì che l’acqua è passata dal garage alla sala macchine.
Matthew Griffiths
Il marinaio Matthew Griffiths, interrogato come testimone nei giorni successivi al naufragio, ha dichiarato di aver avvisato il comandante quando il vento ha raggiunto i 20 nodi. Cutfield, constatata l’esattezza dell’informazione, si è alzato e ha dato ordine di avvisare tutte le persone a bordo.
Su questo punto nutriamo qualche dubbio: 20 nodi di vento non rappresentano una situazione di pericolo imminente, e non giustificano un allarme generalizzato. Bisogna certamente fare alcune cose, che in realtà dovrebbero essere fatte prima di andare a dormire, ma oltre a controllare la tenuta dell’ancoraggio, la chiusura di tutte le vie d’acqua e altri controlli di routine in questi casi, non c’era molto altro da fare. Si consideri che il mare era calmo.
Questo è il quadro aggiornato di quanto accaduto negli ultimi giorni riguardo al naufragio del Bayesian.
Al netto del mistero sulla richiesta di danni da parte del cantiere, smentita in parte dal cantiere stesso, e dal fatto che, grazie alla rete televisiva americana si è scoperto che a bordo del Bayesian ci sono degli hard disk con dati molto sensibili che sicuramente stanno attirando sul relitto l’attenzione dei servizi segreti di Russia e Cina, la procura non ha rivelato alcun particolare significativo.
Nel frattempo, a causa della superficialità con cui molti giornalisti (tralasciando youtuber e blogger) hanno trattato il naufragio, si sta diffondendo l'errata convinzione che andare in barca sia pericoloso.
Il vero pericolo, invece, risiede nell'affidarsi a fonti che, pur portando nomi importanti, non prestano attenzione alla qualità delle informazioni che diffondono.
Giornalisti che non svolgono adeguate ricerche né consultano esperti qualificati, limitandosi a condividere opinioni non verificate, ignorano la responsabilità che il giornalismo dovrebbe avere verso la verità e il rispetto per le vittime di tragedie come questa.
© Riproduzione riservata