Il 15 agosto del 2011, mentre i due velisti padovani Francesco Salpietro e Marinelda Patella navigavano con la loro barca a vela a circa 4,5 nodi davanti a Capocesto in Dalmazia, un Itama 52, un grande scafo a motore del peso di oltre 10 tonnellate, giunto a tutta velocita entrò in collisione con il Santa Pazienza, la barca dei due padovani, passandogli letteralmente sopra e determinando la morte delle due persone.
Fermato il motoscafo, fortemente danneggiato dall’incidente, il conducente, il milionario croato Tomislav Horvatincic, invece di preoccuparsi delle persone in acqua si affrettava a recuperare i suoi averi che erano caduti in acqua senza degnare di uno sguardo i due corpi che giacevano in mare, questo, almeno stando alla prima testimonianza della prima persona intervenuta sul luogo dell’incidente, il tedesco Klaus Fuchs.
La sentenza è stata vissuta da molti croati come un momento liberatorio e un ritorno allo stato di diritto. Quando nel 2017 l’imprenditore fu assolto dopo che nel 2015 era stato condannato a una pena irrisoria grazie a un dietrofront molto sospetto del testimone principale, in molti protestarono per una giustizia che difficilmente poteva essere considerata “uguale per tutti”.
Horvatincic non era al suo primo incidente mortale, già un’altra persona aveva pagato con la vita lo sfortunato incontro con questo personaggio che sembra ritenersi al di sopra di tutto e di tutti.
Tutti i processi imbastiti contro Horvatincic negli ultimi venti anni che lo hanno visto per oltre 20 volte protagonista di incidenti di vario tipo, si sono sempre conclusi con l’assoluzione. Questa è la prima volta che Horvatincic si trova realmente davanti alla prospettiva di passare qualche anno in prigione.
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