Guai a fare arrabbiare, o a lasciare un’opportunità, a un velista come Ben Ainslie: sottovalutarlo può essere fatale, e lo ha capito subito Team New Zealand che alla prima giornata non perfetta della sua Coppa America perde due regate di fila contro Britannia e vede la serie riaprirsi, almeno parzialmente, col punteggio di 4-2.
Ai neozelandesi servono 3 regate vinte per chiudere, 5 agli inglesi, ed è la giornata di vento leggero e onda di Barcellona a mischiare le carte.
Con poca onda i kiwi erano sembrati velocissimi e imbattibili, ma è bastato che il moto ondoso catalano cambiasse direzione, e aumentasse, per variare anche lo scenario. Complice un vento che è rimasto leggero rispetto all’onda, i neozelandesi hanno perso certezze: la barca è sembrata meno “Pulita”, gli schiaffi sull’acqua più frequenti, ed è arrivato anche qualche errore, come quello fatale nella prima partenza quando Team New Zealand è sceso dai foil.
Nella seconda regata di ieri il capolavoro di Britannia: partenza vinta dopo una difesa dura dagli attacchi dei kiwi, poi una regata di sofferenza per rispondere metro su metro alla velocità, comunque pericolosa, dei neozelandesi. Il 4-2 di fine giornata sa di impresa sportiva, e tiene ancora la Coppa America in bilico.
Sullo sfondo i fantasmi del 2013, quando Team New Zealand si fece rimontare dall’8-1 al 9-8, proprio sotto i colpi di Ainslie in quell’edizione tattico di Oracle, ma forse fare paragoni di questo genere ancora è molto prematuro. Sta di fatto che le regate di ieri hanno detto in modo inequivocabile una verità: i kiwi non sono imbattibili. Forti si, fuoriclasse, veloci nella maggior parte delle condizioni, ma non imbattibili. Ben Ainslie riparte da questa convinzione per provare a fare la storia.
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