venerdì 6 dicembre 2024
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Giancarlo Pedote, sarà Vendée Globe 2016?

Abbiamo intervistato il velista fiorentino che ci ha aggiornato sulla sua corsa verso la Vendée Globe 2016

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Roma - Qualche mese fa avevamo lasciato Giancarlo Pedote, il navigatore solitario fiorentino che ora vive a Lorient in Francia, con il suo annuncio di voler provare a partecipare al Vendée Globe del 2016. Il nostro direttore, Maurizio Anzillotti, lo ha intervistato nuovamente per vedere con lui a che punto è il progetto.

SVN – Ci siamo lasciati un paio di mesi fa con l’idea che avresti provato ad avviare un progetto Vendée Globe 2016. A che punto sei?

G.P. – Stiamo cercando di mettere a punto il cartello degli sponsor. Una volta determinato quanti soldi abbiamo potremo decidere se partire per un progetto Vendée Globe.

SVN – Qual è la tua speranza?

G.P. – Riuscire a comprare una barca come Hugo Boss usata da Alex Thomson in questa Barcelona World Race, l’ex Virbac-Paprec 3, con cui fare un Vendée Globe da metà classifica in su.

SVN – Quindi non stai provando a mettere su un team per costruire una barca nuova.

G.P. – No, non è il mio obiettivo. La costruzione di un IMOCA nuovo è un’occasione da giocarsi una volta nella vita e io me la voglio giocare al meglio. Per costruire una barca nuova devo sapere bene quello che sto facendo. Fare un Vendée Globe con una barca già sperimentata mi permetterebbe di acquisire l’esperienza giusta per poi eventualmente costruire un team da barca nuova per il Vendée Globe del 2020. Inoltre, oggi, gli IMOCA stanno vivendo il passaggio alla tecnologia dei foil, una tecnologia nuova con molti aspetti ancora non sperimentati. È sempre meglio osservare e studiare le nuove evoluzioni prima di lanciarsi a costruire una nuova imbarcazione.

SVN – Il tempo corre, se non sarai pronto per la prossima primavera andrai fuori tempo massimo.

G.P. – No, per partecipare alla regata con una barca non nuova potrei partire anche più tardi. Certo se riuscissi ad avere almeno due anni per prepararmi sarebbe l’ideale, ma se ciò non fosse possibile, con il team e il budget giusto riuscirei a preparare me e la barca anche in un solo anno. Credo che il tempo massimo per iniziare a lavorare sia il prossimo gennaio.

SVN - Cosa intendi per budget giusto, quanto ti serve per partecipare alla regata per mirare agli obiettivi che ti sei prefissato? Andrea Mura, che sta costruendo una barca nuova, ci parla di un budget che varia tra i cinque e i sei milioni di euro.

G.P. – Per una barca nuova sicuramente sì. Per un’operazione che parte dall’acquisto o dal noleggio di una barca esistente, in buone condizioni, il budget scende notevolmente. Noi crediamo che due milioni sia la cifra giusta per fare un’operazione che abbia un senso sia per me, sia per i miei sponsor.

SVN – Da quanto ci dici, il Vendée Globe in questo momento è il tuo obiettivo principale, ma se per un qualsiasi motivo non dovessi riuscire a reperire i fondi che ti servono per partecipare, qual è il tuo piano B.

G.P. – Qualsiasi cosa che mi permetta di crescere. Ho sempre cercato di crescere, ho sempre cercato sfide più importanti, e ora non mi voglio fermare. Certo il Vendée sarebbe un salto in avanti molto forte, ma i percorsi nella vela sono tanti e la crescita sta innanzitutto nell’approccio. Anche una nuova stagione in Mini potrebbe essere una crescita, se si applica quanto appreso e si fissano nuovi obiettivi. Nel caso in cui non dovessi partecipare al Vendée Globe 2016 credo che farò la Transat Jacques Vabre.

SVN – Parlando di amici francesi, Andrea Mura si lamenta che i francesi lo considerano poco. Ci dice che Verdier dello studio VPLP che sta progettando la sua barca, non lo conosceva neppure quando lo ha chiamato per prendere accordi per la nuova barca.

G.P. – Sinceramente non ho ritorni in merito, non so quale sia la relazione di Andrea con i francesi. Per quanto mi riguarda non faccio distinzione tra francesi, italiani, inglesi… Io vivo in Francia, mi alleno e scambio esperienze con gli ottimi velisti che passano da queste parti, indipendentemente dalla loro nazionalità. Conosco personalmente Guillaume Verdier, è venuto a navigare con me un paio di volte ed è una persona gentile oltre che un professionista di livello incredibile. Mi spiace per Andrea…

SVN – Tornando al Vendée Globe, se non dovessi riuscire a trovare i finanziamenti giusti, non hai mai pensato di fare un Vendée in tono minore con una barca più vecchia.

G.P. – Un Vendée Globe si può fare a diversi livelli, tutti con un proprio valore e con un proprio perché. Credo però che il livello che si sceglie debba essere coerente con il proprio percorso e la propria situazione.
Io voglio fare una regata che mi porti a competere e mi dia delle chance se non di vincere, di piazzarmi molto bene. Non vedo che senso avrebbe per me partire sapendo già di non avere alcuna chance di fare un buon piazzamento. Non credo nel detto, “l’importante è partecipare.”

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