Ecco come è finito il progetto italo-greco messo in campo nel 2007 che vedeva la partecipazione della Italgest Mare come proprietaria del brevetto delle boe intelligenti, la Siemens per lo sviluppo della sezione elettronica e la Webred per lo sviluppo del sito internet che doveva fungere da supporto.
L'idea non era sbagliata. La baia delle Orte fa parte del parco costiero e quindi non era possibile per le barche ancorarvi, per non distruggere i fondali. La posa in opera di una serie di boe intelligenti che si dovevano attivare all'arrivo della barca che ne aveva prenotata una tramite internet, l'uso avrebbe permesso ai diportisti di godere delle bellezze del parco senza, per questo, danneggiarne i fondali con le ancore. Ma qualche cosa è andato storto e una buona idea si è, ancora una volta, persa in una bolla di fumo insieme a un bel po' di soldi pubblici. Oggi il MarPark, per ironia della sorte, è diventato un pericolo per chi, quelle boe, doveva utilizzare. Abbandonate a se stesse, senza alcun controllo, nè possibilità di funzionare, le boe sono diventate il motivo per il quale la capitaneria di porto ha dovuto dichiarare quel tratto di mare interdetto alla navigazione.
Il comune di Otranto che sarebbe dovuto subentrare alla società che le aveva realizzate e messe in opera in capo a due anni, non ha voluto esercitare l'opzione di subentro, in quanto le boe non sono mai entrate in funzione e oggi sembra che nessuno si faccia più carico della loro manutenzione.
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