Una lotta di Davide contro Golia, dove Golia era rappresentato dai grandi della cementificazione, i gruppi Caltagirone, Mercegaglia, Toti e Benetton.
“Se ho ragione è giusto che vinca io questa battaglia, - così ha dichiarato agli inizi della sua lotta l’intraprendente Ovidio. - Devo vincerla per forza, anche se quelli hanno molti soldi.”
L’uomo ha scalato impassibile i tre gradi di giudizio chiedendo che il nuovo resort di lusso nei pressi della spiaggia di Tuerredda non fosse costruito e che quello che era già stato fatto, fosse abbattuto.
I gruppi edilizi hanno schierato i loro migliori avvocati in un collegio difensivo degno di un maxi processo, ma il pastore li ha trascinati sino alla Cassazione dove ha vinto definitivamente.
Non solo la spiaggia di Tuerredda rimarrà il paradiso che è sempre stato, ma quello che è stato costruito dovrà essere distrutto.
Orgoglioso e soddisfatto della sua grande fatica Ovido Marrasa ha commentato: “Qui mi avevano preso per scemo, ma io non mi sono arreso. Volevano circondarmi di case, volevano intrappolarmi nel cemento, forse speravano che me ne andassi. Adesso però saranno costretti a buttar giù tutto. Non era accettabile che noi dovessimo andar via da qui, da casa nostra, per far posto ai ricchi. Questo posto è di tutti e io lo dovevo difendere.”
Chi quest’anno veleggerà davanti a Capo Malfatano e alla spiaggia di Tuerredda, dovrebbe ricordarsi di dedicare un pensiero di ringraziamento all’anziano pastore per la possibilità di continuare ad ammirare quello spettacolo.
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