Sydney - Non ce l'ha fatta. Venerdì scorso Alex Bellini, il navigatore solitario impegnato nella traversata del Pacifico a remi su Rosa di Atacama II, una barca di sette metri e mezzo, ha detto basta. Lo ha fatto a 65 miglia dalla costa, dopo averne compiute più di diecimila in 295 giorni di navigazione. L'atleta valtellinese, infatti, ha contattato la moglie con il proprio telefono cellulare, l'unico rimasto ancora in uso, chiedendole di chiamare i soccorsi perchè era esausto. Nelle ultime settimane, infatti, Bellini era andato incontro a una zona di correnti avverse che ne hanno protratto il viaggio di oltre una settimana. Le autorità australiane, dopo aver inviato una nave e un aereo per localizzarlo, lo hanno trovato allo stremo delle forze; durante la navigazione Alex ha perso quindici chili, mangiando soltanto cibo secco ad alto contenuto calorico.
“E' come se mi fossi alzato da tavola dopo un magnifico pranzo - ha detto Bellini, accolto ieri all'Opera House dal console generale d'Italia, Benedetto Latteri - ma prima del tiramisù. L'arrivo a Sydney sarebbe stato la ciliegina sulla torta, ma sono felice e anche sollevato, perchè non ce la facevo più e ogni giorno che passava sentivo di procurarmi solo del male. Sono contento. Il senso del viaggio è stato il viaggio stesso e non l'arrivo. Un'impresa del genere ha comportato uno stress psicologico prima che fisico. Mi hanno aiutato i messaggi inviati dai sostenitori”. La prossima sfida di Alex, come lui stesso ha raccontato, non lo vedrà impegnato in solitario: “Anche questa durerà nove mesi, ma la protagonista sarà mia moglie Francesca”.
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