
La nautica italiana mantiene il primato globale sui maxi yachts, ma la piccola nautica e gli accessori rallentano. Cresce inoltre la preoccupazione del comparto industriale per l’annuncio dei dazi in seguito ai conflitti internazionali.
È questo in sintesi ciò che riporta il rapporto “Nautica in Cifre” per il 2024 pubblicato di recente dall’ufficio studi di Confindustria Nautica che si basa su rilevazioni compiute da Fondazione Edison.
Secondo i dati raccolti, nello scorso anno, l’export di imbarcazioni prodotte in Italia ha toccato il massimo storico nel 2024, raggiungendo la soglia dei 4,5 miliardi di euro, contro i 4 miliardi dell’intero 2023.
L’Italia mantiene il primato globale per ordini nella fascia di unità superiori ai 24 metri, comprese quelle a vela, con 572 yachts in costruzione su un totale di 1.138. Il portafoglio degli ordini risulta dunque in crescita o stabile per il 34 per cento dei cantieri italiani.
L’ombra dei dazi internazionali genera preoccupazione
All’interno di questo contesto in generale positivo, sta emergendo tuttavia, in Italia ma anche a livello europeo, una certa preoccupazione per l’attuale escalation sul tema dei dazi e per le possibili conseguenze in tema di costi e approvvigionamenti per l’industria nautica.
Dinamiche che penalizzerebbero soprattutto la piccola nautica e le aziende che producono accessori e attrezzature.
In particolare i recenti dazi sulle esportazioni di acciaio e alluminio verso gli Stati Uniti potrebbero condizionare il sistema italiano.
L’Italia rischia un impatto significativo, con circa 800 milioni di euro di vendite dirette agli Usa.
Secondo il rapporto di Confindustria Nautica comunque, alcuni fattori, potrebbero mitigare gli effetti delle nuove tariffe. Tra questi la forte capacità di adattamento del mercato italiano nei momenti difficili e la crescente domanda da altri mercati internazionali, come per esempio gli Emirati Arabi, che potrebbe limitare l’impatto negativo delle restrizioni statunitensi.
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