Imprenditore facoltoso, ma molto lontano dal poter finanziarie una campagna di Coppa America per la quale le cifre necessarie vanno dai 60 agli 80 milioni di euro e forse anche qualcosa di più, risulta difficile pensare che possa realmente organizzare la partecipazione di una barca sarda alla 36esima Coppa America, ma la sua determinazione e insistenza è tanta che di lui hanno iniziato a parlare anche i giornali d’oltralpe.
Di Azara si parla in Francia e si scrivono articoli in Germania. Un’attenzione che sta trasformando un visionario in un personaggio capace di suscitare quanto meno la curiosità di chi si occupa di questi argomenti.
Per capire quanto sia reale questa sua sfida e quante siano le sue effettive possibilità di portare un secondo sindacato italiano ad Auckland nel 2021, il nostro direttore, Maurizio Anzillotti, lo ha intervistato.
SVN – Come nasce il sogno della Coppa America.
R.A. - E’ un insieme di cose. Io sono sardo e amo la mia terra e soffro nel vedere che le sue potenzialità rimangono inespresse, vorrei che tutti sapessero cosa è realmente la Sardegna e quanti tesori si annidano in questo luogo. La Coppa America fa parte di un sogno ancora più grande, la realizzazione di un polo nautico qui, nella mia terra, dove costruire yachting di alta qualità in carbonio e dove l’AC 75 per la prossima Coppa America dovrebbe essere la prima a essere costruita.
SVN – Quando ha deciso di realizzare questo suo sogno.
R.A. – Tornavo da un viaggio di lavoro nei paesi arabi, quando sono atterrato ho letto la notizia che Luna Rossa avrebbe partecipato alla 36esima edizione della Coppa e mi sono detto “pensa che bello se la Sardegna potesse avere una sua barca al centro dell’attenzione del mondo, una barca in Coppa America”. La sera non riuscivo a dormire e ho mandato un messaggio a un mio caro amico chiedendogli cosa ne pensasse di una barca sarda in Coppa America. Mi sarei aspettato una risposta del tipo “Renato sei il solito sognatore”, invece, la mattina dopo trovo un messaggio sul telefono che mi dice “Quanti soldi occorrono?” e li è partito il tutto.
SVN – Lei ha chiamato il team e il suo progetto Adelasia di Torres, cosa significa.
R.A. – Lei ha mai sentito parlare della regina Adelasia?
SVN – Solo in relazione al suo sindacato.
R.A. – La regina Adelasia visse nel tredicesimo secolo e fu l’ultima regina di Sardegna, una figura leggendaria simbolo di coraggio e di virtù, per questo ho scelto il suo nome. Penso che sia importante conoscere la propria storia, avere consapevolezza delle proprie origini per riuscire a costruire un buon futuro.
SVN – A che punto siete con la preparazione dell’operazione.
R.A. – Ad un buon punto, abbiamo il progetto, stabilito il budget, abbiamo iniziato ad avere i primi risultati con gli sponsor, per il momento, sponsor tecnici, abbiamo preso contatto con l’organizzazione della Coppa America e parlato con loro per pianificare la nostra partecipazione.
SVN – Ha parlato di sponsor che cominciano ad arrivare, di chi stiamo parlando.
R.N. – Parliamo di TIM che penserà alle comunicazioni, l’Università del Turismo di Olbia che ha realizzato un progetto di comunicazione su web, e altri, molti altri, e ognuno metterà il suo. Importante, anzi importantissima è anche la partecipazione della Regione.
SVN – Ma la Regione al momento non ha messo né promesso soldi.
R.N. – Sì è vero, ma ha espresso molto chiaramente il suo interesse all’operazione e il governatore ci ha detto che ci supporterà.
SVN – La Regione Sardegna non ha la fama di dare corso alle promesse fatte, né di interessarsi alla nautica in modo particolare.
R.A. – Credo che questa volta sarà diverso. Qui stiamo parlando di una visibilità enorme per il territorio. Una visibilità immediata che arriverebbe molto prima dell’inizio della Coppa. Pensi l’attenzione che avrebbe la Sardegna se di dovesse trovare a ospitare due team di Coppa America, uno al sud e uno al nord.
SVN – Ma, comunque, da quanto capisco, soldi al momento non ce ne sono.
R.A. – Se mi chiede se ci sono sponsorizzazioni in denaro, la risposta è no. Ma gli sponsor tecnici sono sempre sponsorizzazioni che hanno un valore, se TIM mi passa le telecomunicazioni, leverò quella voce dal bilancio spese, se un’università mi fornisce degli studi che mi servono per realizzare la barca, quella voce la leverò dal bilancio.
SVN – Quanti soldi vi occorrono.
R.A. – Sessanta milioni di euro.
SVN – Il 30 giugno scade il tempo per l’iscrizione alla Coppa, se ad oggi non avete nulla in cassa, non mi sembra che abbiate molte chance di iscrivervi.
R.A. – Il 30 giugno è una prima scadenza, ma c’è ancora tempo.
SVN – Quante possibilità crede di avere di riuscire a partecipare alla 36 edizione di Coppa America.
R.A. – Per come stiamo messi adesso credo che abbiamo almeno il novanta per cento delle possibilità.
SVN – Non capisco se lei è un grande ottimista o un grande sognatore.
R.A. – Lei si sta soffermando molto sulla nostra partecipazione alla Coppa America, ma come le ho detto, questo è solo una delle cose che stiamo facendo. Sicuramente l’aspetto che più di altri attira l’attenzione, ma non è “il progetto”. Il progetto è creare un’eccellenza in Sardegna fatta dai sardi e io sono sicuro che qui potremmo creare le barche più veloci del mondo con le tecnologie più avanzate del mondo.
SVN – Un progetto che quindi andrà avanti anche se non dovesse arrivare a Aukland.
R.A. – Si certamente, se riusciremo nel nostro intento di portare la Sardegna all’attenzione del mondo partecipando alla Coppa con una nostra barca bene, ma se ciò non dovesse accadere, noi andremo avanti con il nostro progetto del polo nautico.
SVN – Dove ha immaginato la sede del sindacato o del progetto.
R.A. – Alla Maddalena. Sarebbe bello sistemarsi nel quartiere che era stato pensato per il G8. La Regione ha già stanziato 50 milioni di euro per il suo ripristino.
SVN – Spero di rincontrarla a Auckland nel 2021.
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